Antonio Messina, noto come "l'avvocato", è indagato come partecipe a Cosa Nostra: avrebbe gestito i proventi delle attività del clan mafioso di Campobello di Mazara, garantendo sostentamento economico all'ultimo boss di Cosa Nostra
Su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, i carabinieri del Ros hanno arrestato Antonio Messina, detto "l'avvocato". L'accusa è di aver gestito i proventi delle attività del clan mafioso di Campobello di Mazara, garantendo sostentamento economico a Matteo Messina Denaro. Inoltre avrebbe mantenuto rapporti con associati mafiosi di diverse articolazioni territoriali della provincia di Trapani, finalizzati all'acquisizione di attività economiche.
Proseguono dunque le indagini e gli arresti per riportare alla luce la fitta rete di collaboratori e aiutanti dell'ultimo boss di Cosa Nostra, morto il 25 settembre 2023 dopo essere stato arrestato il 16 gennaio 2023. Il 14 aprile era stata arrestata Floriana Calcagno, 40enne amica di Matteo Messina Denaro con l'accusa di averlo aiutato durante la latitanza.
Ora il blitz disposto dal Tribunale di Palermo, ha portato gli arresti domiciliari con "braccialetto elettronico" Antonio Messina. Secondo la ricostruzione degli inquirenti della Dda, Messina, 79enne, massone "in sonno", già latitante e condannato per concorso esterno a cosa nostra e narcotraffico, era indicato con lo pseudonimo "Solimano" nella corrispondenza tra Matteo Messina Denaro e Laura Bonafede, la maestra che avrebbe aiutato il boss nelle sue necessità quotidiane.
Sono emersi gravi indizi di colpevolezza sulla rituale affiliazione dello stesso Messina che, per sua stessa ammissione, sarebbe stata promossa da Leoluca Bagarella presso Matteo Messina Denaro (Bagarella ne avrebbe inoltre caldeggiato una collocazione, all'interno di Cosa Nostra, adeguata alle sue capacità).
"L'Avvocato", così era noto Messina, avrebbe poi intrattenuto contatti con personaggi criminali di diverse aree, finalizzati a concludere lucrosissime operazioni imprenditoriali come la gestione dei proventi dell'oleificio "Fontane d'Oro s.a.s.", smaltimento di rifiuti urbani in Brasile, attività edili collegate al "superbonus 110%", acquisto di strutture immobiliari all'asta o sottoposte a confisca, commercializzazione di carburanti.