Dall'arresto l'ex super latitante è stato interrogato più volte dai pm di Palermo precisando, fin dal primo incontro, che non avrebbe mai collaborato con la Giustizia. E così è stato. Anzi nel corso del primo interrogatorio, con aria sfottente, non ammettendo neppure di far parte di Cosa Nostra, ha detto al procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e all'aggiunto Paolo Guido, che hanno coordinato le indagini per la sua cattura, che se non fosse stato malato e costretto a ricorrere alle cure della clinica lo Stato non l'avrebbe mai preso. Il boss, autorizzato a incontrare i familiari stretti e il suo avvocato, la nipote Lorenza Guttadauro, non ha però mai potuto vedere la sorella a lui più affezionata, Rosalia Messina Denaro, arrestata nei mesi scorsi per mafia. È perquisendo la sua abitazione che i carabinieri del Ros hanno potuto ricostruire la sua malattia e l'alias usato per le cure, riuscendo così a porre fine a 30 anni di latitanza.