Il 31enne savonese, impiegato portuale ha ricevuto il premio Goccia d'oro al merito della solidarietà: "Fare il volontario mi regala tutto ciò che un portafoglio non sarà mai in grado di comprare"
di Luisa Vittoria Amen"Non cambierei la mia vita con quella di nessun altro. La vorrei esattamente così". Mattia Villardita ha 31 anni, lo sguardo buono dietro gli occhiali con le lenti azzurre. Le spalle larghe di chi, della vita, ha saputo incassare i colpi. Braccia che in questi anni hanno stretto migliaia di bambini di tutte le età, nelle corsie dei reparti pediatrici negli ospedali di mezza Italia. A loro, Mattia regala quasi ogni ora del suo tempo libero, un sorriso, un abbraccio, la spensieratezza di qualche ora di gioco. Entra nella tuta di Spiderman ed è lì che si compie la magia. I bambini sono in visibilio quando lo vedono arrivare, spesso entrando da una finestra o dalla porta di una stanza d’ospedale.
Lo incontriamo a Rapolano Terme in provincia di Siena dove ha ricevuto il premio Goccia d’oro al merito della solidarietà, organizzato dalla Pia Confraternita di Misericordia e dal Gruppo Donatori di Sangue Fratres di Rapolano e Serre. La sua storia ha commosso il Papa e il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che lo ha nominato Cavaliere della Repubblica. Sono le undici di sera e lui ha trascorso parte della giornata all’ospedale Santa Maria alle Scotte a Siena, tra le corsie del reparto pediatrico. “Pensa - ci racconta - che da bambino in ospedale, per sopportare la noia, mi sono letto un’intera enciclopedia. Quanto a cultura generale non mi batte nessuno” dice sorridendo.
Già, perché prima di essere volontario eri un paziente. È così che hai deciso di dedicarti alla tua missione?
Sono nato con una malformazione congenita a una gamba. Entrato in ospedale a 7 anni, ne sono uscito a 21. Sono abituato fin da bambino a vedere e a percepire realtà diverse, ad avere a che fare con la malattia. Questo mi ha consentito di sviluppare una parte emotiva, empatica che mi permette di stare accanto a chi soffre e che ha bisogno di un aiuto umano. Lo offro tramite un servizio di volontariato che mi sta insegnando molto della vita e mi sta regalando tutto ciò che un portafoglio non potrà mai comprare. È un 'attività che spero finisca il più tardi possibile e che inevitabilmente si trasformerà. Quando non potrò più essere Spiderman farò volontariato in altre forme.
Tra tutti i supereroi perché hai scelto proprio Spiderman?
Questa storia parte da mio nonno. O meglio, dall'uomo che ha cresciuto me e mio fratello come un nonno. Con lui un giorno, in edicola, ho comprato il primo fumetto di Spiderman. Avevo 6 anni e da allora sono diventato un grande fan di questo supereroe che si librava in aria con le sue ragnatele, tra i palazzi. Poco dopo sono entrato in ospedale con il mio fumetto e con il pigiamino di Spiderman e ho sempre sperato che lui comparisse alla mia finestra e mi accompagnasse a fare i prelievi, di cui avevo molta paura. Penso che ciò che faccio adesso sia la proiezione di quel Mattia bambino che avrebbe voluto un supereroe al suo fianco.
"Da un grande potere derivano grandi responsabilità", tu sei circondato dall'amore che doni e che ricevi indietro ma anche da tanto dolore. Quello dei bambini e dei genitori che incontri. Il premio Goccia d'oro lo hai voluto dedicare anche al piccolo Alberto, scomparso da poco. Cos'è che ti consente di affrontare emotivamente tutto questo?
La maggior parte dei bambini che incontravo 8 anni fa oggi è maggiorenne. Con molti di loro sono in contatto. Quanto al dolore per chi non sopravvive, ho imparato a trasformarlo. È come se ogni volta mancasse una piccola parte di me ma quello che faccio oggi lo faccio anche e soprattutto per chi non c'è più. In ogni caso, anche ai loro genitori resta un bellissimo ricordo di qualche ora di spensieratezza.
Come riesci a conciliare il tuo lavoro con la tua attività di volontariato?
Sono un impiegato full time nel porto di Vado Ligure, in provincia di Savona. Un lavoro che mi impegna dalle 38 alle 40 ore a settimana. Il resto del tempo libero cerco di incastrarlo prestando servizio nelle vicinanze, tra Savona, Genova, Milano e Torino. Spesso però mi chiamano da fuori Regione, così uso le ore di permesso e i giorni di ferie. I miei colleghi e i miei capi sono sempre pronti a darmi una mano in questo.
Negli ultimi tempi la Marvel ha esplorato il concetto di multiverso, un concetto che ricorre anche nell'ultimo film di Spiderman, "No Way Home" in cui a un certo punto compaiono addirittura 3 versioni del supereroe (quelle delle saghe precedenti). Molti altri ragazzi hanno seguito il tuo esempio, insomma stai creando anche tu il tuo multiverso?
Quegli stessi bambini, ex pazienti oggi maggiorenni mi chiedono consigli per fare questo tipo di volontariato. Spero che tutto questo generi una catena positiva.