Palermo, Matteo Messina Denaro portato via dai carabinieri
© Da video
© Da video
Dalla giovane austriaca Andrea a Francesca, fino a Maria: la presenza di tante donne traccia il profilo di un "padrino moderno", in forte discontinuità con i valori familiari della mafia tradizionale
La storia di Matteo Messina Denaro è stata anche una storia di amori e relazioni. All'inizio fu Andrea , una giovane austriaca che gli aveva fatto perdere la testa. Poi è arrivata Francesca , che al superboss ha dato anche una figlia . E tra una storia e l'altra nella vita del padrino ha fatto irruzione Maria Mesi , la donna che forse di più ha contato nella sua vita e che è stata anche condannata per favoreggiamento per averlo ospitato e accompagnato durante la latitanza. La presenza di tante donne traccia già il profilo di un "padrino moderno" che, almeno nella vita privata, ha segnato unaforte discontinuità con il sistema di valori familiari e sentimentali della mafia tradizionale.
"Sei la cosa più bella che ci sia" , recita il messaggio che Messina Denaro aveva indirizzato alla "sua" Maria affidandolo a uno dei "pizzini" , intercettati dagli investigatori.
Dalla corrispondenza saltata fuori in casa di Filippo Guttadauro, cognato e collegamento tra il boss latitante e il suo mondo, sono riaffiorati i pensieri intimi di una coppia per forza di cose clandestina. Maria si firmava e si faceva chiamare Mari oppure Mariella. "Avrei voluto conoscerti fin da piccola e crescere con te, sicuramente te ne avrei combinate di tutti i colori perché da bambina ero un maschiaccio", gli scriveva. Diventata grande, non ha pensato più alle marachelle. Ha diviso con Diabolik i disagi di un ménage con poca intimità, ma anche i rari momenti di evasione e le vacanze. Come quella di agosto 1995 in un residence messo a disposizione dal boss Vito Mazzara (il mandante dell'uccisione di Mauro Rostagno) a San Vito Lo Capo, tra la spiaggia sabbiosa, il mare e le escursioni nella suggestiva riserva naturale dello Zingaro. In questo ambiente, che era quello del suo regno criminale, Matteo Messina Denaro poteva muoversi con temeraria sicurezza perché era circondato da amici e fiancheggiatori fidati. Una sola accortezza a Vincenzo Sinacori, divenuto poi pentito, rimase nella memoria. Il padrino usava chiamare la sua donna con un altro nome, Tecla. Più rischiosa perché affrontata senza alcuna rete protettiva la vacanza in Grecia dell'anno prima, che il boss aveva organizzato sotto il falso nome di Matteo Cracolici e sempre con la compagna.
Prima che Mariella lo conquistasse, la fama di uomo fatale di Diabolik aveva fatto colpo su Andrea Haslehner, giovane e bella austriaca che lavorava in un albergo di Selinunte. Matteo Messina Denaro, non ancora Diabolik ma già in carriera, frequentava l'albergo e la donna che a un certo punto si trasferì in una villa di Triscina affittata dal boss. Il cambio improvviso aveva una spiegazione: di lei si era invaghito il direttore dell'albergo, Nicola Consales, che nel 1991 sarà ucciso a Palermo con due scariche a bruciapelo dopo avere confidato ai suoi collaboratori che presto avrebbe messo alla porta "questi quattro mafiosetti" degli amici di Matteo. Le cronache di quel tragico amore raccontano che, dopo il delitto, Messina Denaro andò a trovare la sua amica in Austria.
© Da video
© Da video
E non aggiungono altro, perché intanto era nata un'altra storia con Francesca Alagna, sorella del commercialista di fiducia dell'ex patron si un famoso tour operator , Carmelo Patti, sospettato di essere un prestanome del padrino. Dalla relazione con Francesca Alagna nel 1996 Messina Denaro ha avuto una figlia Lorenza. Mai conosciuta, ha confidato a un amico, anche se la donna e la ragazza sono state accolte sin dal primo momento a casa della madre del boss a Castelvetrano. Se ne sono andate solo nel 2013. Non è stato mai chiarito se sia stato un atto di ribellione della ragazza o, come appare più probabile, una scelta causata dal fatto che madre e figlia non riuscivano più a vivere in una casa assediata da polizia e carabinieri. Nel 2021 Lorenza ha avuto un bimbo, che però non si chiama Matteo come il nonno.