nella notte

Messina, 22enne uccisa: fermato il presunto assassino: "L'ha pedinata poi accoltellata, attenzioni insistenti da due anni"

Un testimone: "Gridava 'basta, lasciami'". L'ultima vocale a un'amica: "Il malato mi segue". Il sospettato dell'omicidio di Sara Campanella è un 27enne siracusano, collega di università della vittima: era innamorato e non corrisposto

01 Apr 2025 - 19:00

È stato fermato il presunto autore dell'omicidio di Sara Campanella, la giovane 22enne uccisa a coltellate lunedì a Messina. Il sospettato è Stefano Argentino, 27enne di Noto (Siracusa), ed è un collega di università della vittima. L'avrebbe seguita, poi tra i due ci sarebbe stata una discussione e alla fine lui, innamorato senza essere corrisposto, l'avrebbe accoltellata. Una testimone racconta: "L'ho sentita gridare 'basta, lasciami'. Poi un uomo ha cercato di rincorrere il killer". L'ultimo vocale di lei a un'amica: "Il malato mi sta seguendo". 

Chi è il sospettato

 Il ragazzo sospettato dell'omicidio di Sara Campanella è anche lui studente nella stessa facoltà della giovane vittima. È stato rintracciato, con il supporto dei carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa, in un'abitazione del suo paese. La vittima e il presunto killer frequentavano un corso di tecnico di laboratorio in biologia.

Lui l'ha seguita, poi la discussione e l'accoltellamento

 Da una prima ricostruzione dei fatti, l'indagato avrebbe seguito la giovane studentessa nei pressi del Policlinico, per poi percorrere insieme a lei un breve tratto di strada. Arrivati nei pressi del distributore di benzina, verosimilmente dopo una discussione, l'avrebbe accoltellata per poi allontanarsi velocemente dopo averla lasciata agonizzante. I colpi sono stati due: uno al collo e uno alla scapola.

Una testimone: gridava "basta, lasciami"

 Sara avrebbe urlato più volte "basta, lasciami", secondo il racconto di testimoni che hanno assistito al delitto. Uno di loro avrebbe tentato di rincorrere il killer. "Mentre ero in piedi in attesa del bus ho sentito forti grida - ha detto infatti una donna che ha assistito al delitto - e subito dopo ho visto sul marciapiede di fronte una ragazza intenta a fuggire in preda al panico, piangendo in posizione piegata, come in evidente sofferenza". Poi è arrivato un ragazzo "con un'arma da taglio in mano. Si è allontanato a piedi verso Messina, inseguito da un giovane che era con me alla fermata". 

Procuratore: "Attenzioni insistenti da due anni"

 Il procuratore capo di Messina, Antonio D'Amato, ha spiegato, nel corso di una conferenza stampa, che "c'erano state delle attenzioni da parte di questo giovane, anche in maniera insistente e reiterata nel tempo". Tuttavia, ha aggiunto, "allo stato delle indagini, non essendo mai queste attenzioni" diventate "né qualcosa di violento, né di minaccioso, né di particolarmente morboso, evidentemente non avevano destato una particolare attenzione da parte della vittima". Resta però il fatto, si legge nel provvedimento di fermo, che il giovane "con cadenza regolare importunava la vittima, proponendosi, chiedendole di uscire e di approfondire il loro rapporto, non fermandosi neppure innanzi al rifiuto della ragazza". 

La vittima non si era mai preoccupata

 La ragazza, ha aggiunto D'Amato, "aveva sì condiviso con i compagni di corso questa attenzione, che le dava fastidio, da circa un paio d'anni, da quando era iniziato questo corso per tecnico di laboratorio in biologia, ma queste attenzioni non avevano superato una soglia tale da determinare nella vittima una preoccupazione". La vittima e il presunto killer, infatti, frequentavano lo stesso corso universitario. "Al fermo si è arrivati sulla base di elementi univoci e oggettivi che ci consentono anche di ritenere l'esistenza di un compendio indiziario grave a carico del giovane, che è stato identificato, e frequentava lo stesso corso della vittima", ha confermato il procuratore capo di Messina.

L'ultimo messaggio all'amica: "Il malato mi segue"

 La studentessa, scrivono i magistrati, aveva inviato alle amiche diversi messaggi vocali ricevuti dal collega "in cui l'indagato dava prova di un'autentica strategia molesta". In un'occasione una delle amiche all'interno dell'università era dovuta intervenire per allontanare l'uomo che si lamentava perché Sara "non gli sorrideva come in passato". Le due amiche hanno raccontato che il giorno del delitto, dopo le lezioni, Argentino aveva chiesto loro dove si trovasse Sara e, capito che era rimasta indietro, era andato a cercarla. E una delle colleghe poco dopo aveva ricevuto un vocale dalla vittima: "Dove siete che sono con il malato che mi segue?". 

L'accusa è omicidio pluriaggravato

 Dopo il fermo, la Procura ha già chiesto un titolo di custodia cautelare per omicidio pluriaggravato. Le indagini si sono fondate sulla collaborazione di tutti gli studenti compagni di corso, che hanno fornito un "contributo determinante", come ha detto il procuratore, sia per ricostruire la dinamica sia per rintracciare il presunto omicida. Determinanti anche le immagini degli impianti di videosorveglianza del Policlinico e degli esercizi commmerciali privati della zona.

Il delitto davanti allo stadio

 Il delitto è avvenuto in viale Gazzi, di fronte all'ingresso dello stadio "Celeste". Sara Campanella è stata colpita con una coltellata alla gola da un uomo poi fuggito. 

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