La Procura ha ordinato nuovi esami approfondititi, interpellando una luminare nelle cosiddette "morti invisibili" che accertò anche la patologia del calciatore Morosini
Nelle settimane prima della strage di Mestre l'autista del bus precipitato dal cavalcavia ha avuto diversi accessi ai Pronto soccorso, lamentando problemi cardiaci. L'autopsia eseguita sul corpo di Alberto Rizzotto (che è uno delle 21 vittime) non aveva evidenziato tracce di malori. Tuttavia, a seguito dell'analisi dello stato di salute del conducente, il pm di Venezia Laura Cameli ha ritenuto necessario affidare una nuova perizia cardiaca, che dovrà essere documentata in una relazione da presentare entro il 10 gennaio.
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La sostituto procuratore Laura Cameli che sovraintende alle indagini, riferisce Il Gazzettino, ha quindi richiesto alla cardiologa dell'Università di Padova, Cristina Basso, di effettuare un nuovo sezionamento del cuore dell'autista al fine di individuare eventuali cause o concause di carattere cardiopatologico nel malore e/o nel decesso di Rizzotto.
Questi esami saranno condotto anche attraverso un'attenta analisi della cartella clinica dell'uomo. La procura ha affidato l'incarico a una luminare nel campo delle cosiddette "morti invisibili", che fino a una quindicina di anni fa rimanevano senza soluzione, poiché erano causate da problemi cardiaci che sfuggivano anche alle comuni procedure diagnostiche.
Uno dei casi più notevoli che la dottoressa Basso ha affrontato - e risolto con successo - è stato quello dello sportivo Piermario Morosini, morto giocando a calcio con la maglia del Livorno sul campo di Pescara nel 2012.
Sono in corso, intanto, le altre perizie: quella sul cavalcavia e un tratto di guardrail, prevista il 9 novembre una nuova indagine in loco, sul telefono dell'autista e sulla cosiddetta scatola nera del mezzo. Di fatto le riprese delle tre telecamere di bordo del mezzo. Si attende, invece, l'incarico per le perizie sull'autobus messo sotto sequestro dopo l'incidente.
A comunicare la nuova perizia medica sul cuore sono stati i legali dei tre indagati per l'incidente, l'ad della compagnia di trasporto "La Linea" e due funzionari del Comune di Venezia (il dirigente del settore Viabilità e mobilità per la terraferma e quello del settore Manutenzione viabilità stradale). Nei loro confronti, tra i diversi reati, vengono ipotizzati l'omicidio stradale e l'omicidio colposo plurimo.
Durante l'autopsia sul corpo di Rizzotto, oltre al medico legale era presente, non essendoci ancora indagati, il solo perito nominato dalla famiglia dell'uomo. "Si tratta di permettere - dice Paola Bosio legale di uno degli indagati - a tutte le parti di partecipare a una fase fondamentale in ambito peritale. Non ci aspettiamo grandi risultati ma apprezziamo il fatto che con questo atto la Procura ci permetta di sopperire a quanto non era stato possibile fare prima".
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