Carmen è ancora sotto shock e si sente responsabile della morte del ragazzo intervenuto in sua difesa
È ancora sotto shock la donna rapinata a Mestre (Venezia) e si sente responsabile della morte del 26enne Giacomo Gobbato, che - insieme all'amico Sebastiano - era intervenuto per difenderla. "È colpa mia. Dovevo stare zitta e non chiedere aiuto. Vero, quello mi ha preso a pugni e mi ha rubato lo zaino, ma chi se ne frega. Se non avessi urlato, non sarebbe accorso nessuno e quel ragazzo di 26 anni oggi sarebbe ancora vivo", dice Carmen.
L'aggressore della donna, una 50enne di origini colombiane che vive a Mestre da 25 anni, è un moldavo di 37 anni, senza fissa dimora. "Un gigante di un metro e novanta - racconta a Il Corriere della Sera -. All'improvviso, mentre ero al telefono con il mio compagno, mi ha afferrata da dietro, mi ha tappato la bocca e mi ha sferrato a freddo tre pugni".
Mentre Carmen veniva aggredita all'altro capo del telefono c'era Loris, il suo compagno. "Lei era disperata. Gridava: 'Aiuto, datemi aiuto. Mi ha rubato lo zaino. Chiamate la polizia'", ricorda l'uomo, veneziano di 55 anni. A quel punto si è precipitato in strada. "L'ho incrociata assieme a un passante. Tremava ancora, era bloccata dalla paura".
Intanto lo stesso uomo che aveva aggredito Carmen, poco dopo, ha tentato una seconda rapina ai danni di una turista giapponese. In mano aveva il coltello con il quale aveva ucciso Giacomo. L'aggressore è stato poi messo in fuga da un cittadino albanese che si è spacciato per poliziotto. Ed è stato infine fermato alcuni minuti dopo da agenti veri.
Carmen e Loris nelle ore successive all'aggressione si sono recati in commissariato e lì, dicono, "è successo qualcosa di incredibile". Erano gli amici e i familiari di Giacomo "che confortavano noi. Quando è arrivata la notizia che non ce l'aveva fatta ci tremavano le gambe ed eravamo devastati dai sensi di colpa, ma erano loro che ci facevano coraggio". Carmen e Loris non vedono l'ora di ringraziare i genitori di Giacomo, che, parlando del figlio, hanno ricordato: "Se c'era da aiutare si lanciava, senza ragionare sui pericoli".
Intanto è stato convalidato stamane l'arresto del cittadino moldavo di 37 accusato di aver ucciso a coltellate a Mestre Giacomo Gobbato e ferito l'amico Sebastiano. Per l'uomo, difeso dall'avvocato Tiziana Nordio, è stata disposta la custodia cautelare in carcere.