Lo strumento, al centro di mille polemiche, è stato considerato dal giudice del tribunale di Trento alla stregua del maltrattamento di animale
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Online se ne trovano a meno di 70 euro. Ma il loro acquisto potrebbe portarvi a pagare un'ammenda di mille. Come è successo a un uomo della Val Rendena, in Trentino, condannato per aver utilizzato il collare elettronico sul proprio cane. Uno strumento al centro di mille polemiche e dibatti il cui uso è stato considerato, dal giudice del tribunale di Trento, alla stregua di un maltrattamento di animale.
Vicenda - Una vicenda che ha inizio nel febbraio scorso quando il piccolo segugio si è smarrito, allontanandosi troppo da casa. A trovarlo è stato un agente della polizia locale che subito ha segnalato alla procura la presenza del collare elettronico. E per il padrone dell’animale è partita una richiesta di oblazione. L’uomo, però, convinto di non aver mai maltrattato il suo quadrupede, si è rifiutato di pagare.
Ricorso in appello - Ora, nonostante la sentenza, la difesa resta convinta della propria buonafede. E ricorrerà in appello, come già annunciato dall’avvocato Mauro Bondi: “L’animale ha un collare elettronico, che peraltro è regolarmente in vendita, con due funzioni: una è il semplice 'bip' che serve per richiamare il cane qualora si allontani e un'altra, invece, che dà una lievissima scossa elettrica. Il collare del cane del mio assistito era attivato sulla prima modalità".