Mez, è il giorno della sentenza in Cassazione La difesa: "Sollecito è come Forrest Gump"
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Così l'avvocato Giulia Bongiorno ha chiesto ai giudici di scagionare il suo assistito, dicendo che "Raffaele è un puro". Salvo un nuovo rinvio, la decisione della Suprema corte segnerà la fine del processo iniziato nel 2007
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Raffaele Sollecito non sarà nell'Aula magna della Cassazione per la lettura del verdetto del processo Meredith. Lo ha detto il suo avvocato Giulia Bongiorno, senza aggiungere altro sul luogo in cui il suo assistito attende la decisione della Suprema Corte. Un'ora prima della lettura della sentenza, il Collegio della V Sezione penale avvertirà i legali.
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In mattinata il giovane si era presentato in Cassazione accompagnato, oltre che dalla Bongiorno, dall'altro suo avvocato Luca Maori. Con lui poi la fidanzata Greta e il padre Francesco con la sua compagna.
La difesa: "Raffaele è un Forrest Gump: assolvetelo" - "Sollecito non ha mai depistato, anzi ha sempre collaborato alle indagini, durante l'aggressione a Meredith vedeva i cartoni animati". Così l'avvocato Bongiorno ha chiuso la sua arringa di difesa, chiedendo ai giudici di scagionare il suo assistito. "Raffaele Sollecito è un puro - ha continuato - che si vede coinvolto in vicende spettacolari e gigantesche delle quali, come Forrest Gump, non si rende conto. Assolvetelo!".
La Bongiorno si è inoltre soffermata su quelli che, a suo parere, sono "gli unici due indizi a carico dell'imputato: il gancetto del reggiseno di Meredith, e l'essere stato fidanzato per 10 giorni con Amanda Knox".
L'accusa: "Condannare Amanda e Raffaele" - Di parere opposto l'accusa. Il Pg ha definito la ricostruzione del delitto fatta nell'appello-bis dai giudici fiorentini "perfetta come una foto di Cartier-Bresson" e, dopo una maratona oratoria di circa due ore, ha chiesto ai giudici della Quinta sezione penale della Suprema Corte, presieduti da Gennaro Marasca, di confermare le condanne dei due imputati con un piccolo sconto di tre mesi per l'estinzione di un reato minore.
E' stato lo stesso procuratore generale a effettuare il ricalcolo e a chiedere ai supremi giudici di applicare "direttamente" la pena senza necessità di rinvio: 28 anni e tre mesi per la Knox, e 24 anni e nove mesi per Sollecito.