A bordo 85 persone. Una responsabile dei soccorsi riporta i racconti dei profughi soccorsi in mare
Emergono dettagli drammatici nei racconti dei migranti soccorsi in mare. "Un ragazzo ci ha raccontato di aver visto con i propri occhi persone uccise davanti a lui perché non avevano abbastanza soldi per pagare il viaggio". È quanto afferma Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi a bordo della Geo Barents, la nave che è approdata al porto di Taranto con 85 persone a bordo. "Questa è la realtà di quello che avviene in Libia, di quello che avviene nel Mediterraneo centrale in cui ogni momento è importante tra la vita e la morte", aggiunge.
"Abbiamo avuto a bordo con noi 85 persone, di cui 41 sono state soccorse in un'operazione molto difficile", precisa Fulvia Conte. "Viaggiavano da tre giorni e durante le operazioni il barchino si è ribaltato e tutte le persone sono finite in acqua".
Durante i tre giorni di navigazione, i migranti "ci hanno raccontato che più volte persone sono cadute in mare e hanno usato i loro vestiti per tappare i buchi dai quali entrava l'acqua nel loro barchino. Abbiano a bordo molti minori non accompagnati, persone che vengono dalla Siria, dalla Palestina, persone che raccontano di essere state mesi in Libia, di aver subito violenze e torture".
Intanto, su pescherecci e barchini, nelle ultime 24 ore 822 migranti sono sbarcati sulle coste siciliane. Ora i riflettori, con l'incognita delle sanzioni, sono tutti puntati sugli altri 85 che giungeranno a Taranto nelle prossime ore. La Geo Barents è la prima nave di una Ong ad aver operato un salvataggio dopo l'approvazione del cosiddetto decreto sulle Organizzazioni non governative, adesso in vigore, che stabilisce un nuovo codice di condotta sulle attività di salvataggio in mare da parte di queste ultime.
Sul provvedimento è tornata a parlare Giorgia Meloni, che su Instagram ha dichiarato: "È finita l'Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e fa finta di non vedere chi le viola sistematicamente". Il diritto internazionale, ha aggiunto il presidente del Consiglio, "non prevede che ci sia qualcuno che può fare il traghetto nel Mediterraneo o in qualsiasi altro mare e fare la spola per trasferire gente da una nazione all'altra".
Nel caso di violazione delle norme introdotte dal decreto, sono previste multe fino a 50mila euro, oltre al sequestro o anche la confisca in caso di reiterazione. Tra le "condizioni" dettate dal decreto c'è quella di "avviare tempestivamente iniziative volte a informare le persone prese a bordo della possibilità di richiedere la protezione internazionale e, in caso di interesse, a raccogliere i dati rilevanti da mettere a disposizione delle autorità". Un modo per poter indirizzare la domanda di ospitalità direttamente al Paese di cui la nave batte bandiera.
La prima imbarcazione di una Ong ad attraccare con il decreto in vigore è la Geo Barents di Medici Senza Frontiere, che ha effettuato un primo salvataggio su richiesta del Coordinamento del soccorso marittimo, recuperando 41 persone per poi farne salire altre 44 in un successivo trasbordo da una nave mercantile, sempre su richiesta delle autorità italiane. La Geo Barents si era poi diretta verso un'ulteriore meta di soccorso dopo la segnalazione da parte di Alarm Phone di un'imbarcazione in pericolo, ma non avrebbe trovato imbarcazioni né eventuali naufraghi. "Come abbiamo sempre fatto, il team di Msf a bordo ha dato ai sopravvissuti tutti materiali dell'Unhcr per fare domanda d'asilo", spiega l'organizzazione umanitaria.
Altri salvataggi sono stati effettuati nell'arco di poche ore al largo della Sicilia, dove un peschereccio con a bordo circa 546 migranti è stato intercettato e soccorso da motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza a circa 26 miglia dalle coste di Siracusa. I naufraghi sono stati fatti trasbordare sui mezzi navali italiani e trasferiti nei porti di Messina (196), Catania (198) e Roccella Ionica (152). A distanza di circa due ore, dopo un'operazione di soccorso in mare compiuta a circa 20 miglia di distanza dalla costa ionica reggina dalla Guardia di finanza, nello scalo marittimo roccellese sono giunti altri 78 profughi. Altri arrivi si erano registrati a Lampedusa poco prima: in 198 sono sbarcati a Lampedusa e a soccorrere cinque barchini sono state ancora le motovedette italiane. L'hotspot dell'isola resta sovraccarico e sono stati disposti almeno 200 trasferimenti.
Non ci sono però solo le rotte del Mediterraneo. Un aumento esponenziale degli ingressi di migranti alla sola frontiera di Trieste, dai 1.194 degli ultimi tre mesi del 2021 ai 5.690 dello stesso periodo relativo al 2022, secondo i dati diffusi dal Prefetto di Trieste. I numeri comprendono i rintracci di immigrati entrati illegalmente in Italia e coloro che si sono presentati spontaneamente alle forze dell'ordine una volta entrati nel territorio nazionale.