Le due imbarcazioni erano partite da Sfax, in Tunisia: probabilmente sono colate a picco a causa delle proibitive condizioni del mare
Due naufragi di migranti si sono verificati al largo di Lampedusa: il bilancio è di oltre 30 dispersi. La prima carretta del mare colata a picco aveva a bordo 48 migranti, 45 dei quali sono stati salvati: stando ai loro racconti, vi sarebbero 3 dispersi. Sul secondo natante c'erano invece 42 subsahariani, 14 dei quali recuperati: i dispersi in questo caso dovrebbero essere una trentina. Due le salme recuperate: quelle di una donna e di un bambino di un anno e mezzo. In salvo tutti i profughi che erano rimasti bloccati sugli scogli.
La prima imbarcazione con 48 persone a bordo era partita da Sfax, in Tunisia: sarebbe colata a picco un paio d'ore prima rispetto a quando i militari della guardia costiera hanno intercettato, a circa 23 miglia a sud ovest di Lampedusa, le persone in mare. I superstiti hanno parlato di tre dispersi: una donna e due uomini. I 14 naufraghi della seconda imbarcazione, anch'essa salpata da Sfax giovedì scorso, hanno sostenuto di essere partiti in 42. All'appello mancherebbero dunque altre 28 persone.
Intanto sono terminate le operazioni di recupero dei 34 migranti,t ra cui sei donne, che sono rimasti bloccati per 36 ore sulla scogliera di Capo Ponente a Lampedusa dove venerdì era naufragato il barchino sul quale viaggiavano. Tre le donne portate al poliambulatorio, ma nessuna in gravi condizioni. A recuperare il gruppo è stato il Soccorso alpino e speleologico siciliano con l'82esimo Csar dell'Aeronautica militare e i vigili del fuoco "VF 145" in servizio al reparto Volo di Catania. I tecnici e i vigili del fuoco si sono calati con il verricello, imbarcando tutti i 34 migranti, che sono stati trasferiti all'aeroporto di Lampedusa. A coordinare le operazioni di salvataggio è stata la questura di Agrigento. I profughi hanno detto di essere originari di Burkina Faso, Camerun, Costa d'Avorio, Guinea, Mali, Nigeria, e di essere partiti da Sfax giovedì notte.
Gli investigatori della Squadra mobile della Questura di Agrigento cercheranno di sentire nuovamente i sopravvissuti, 47 uomini e 10 donne, tutti sotto shock, per cercare di ricostruire che cosa sia accaduto. È però probabile che a provocare la tragedia siano state le proibitive condizioni del mare, molto mosso a causa del forte vento di maestrale. Proprio a causa del vento, già sabato un barchino con venti migranti si era schiantato sulla scogliera di Ponente, un costone roccioso alto oltre cento metri, e i naufraghi erano rimasti bloccati sugli scogli perché le motovedette della guardia costiera non riuscivano ad avvicinarsi.