Il Pontefice: "E' un problema che non possiamo dimenticare"
"Non dimentichiamo che il problema dei rifugiati e dei migranti oggi è la tragedia più grande dopo quella della Seconda guerra mondiale". Lo ha detto Papa Francesco, a conclusione dell'udienza generale in piazza San Pietro. "Esorto i partecipanti all'incontro per Direttori Migrantes a proseguire nell'impegno per l'accoglienza e l'ospitalità dei profughi, favorendo la loro integrazione e tenendo conto di diritti e doveri reciproci", ha aggiunto.
Il Pontefice, dopo aver letto il saluto e l'incoraggiamento di direttori "Migrantes", ai quali è affidato il coordinamento dell'accoglienza da parte della Chiesa ai rifugiati, ha continuato "a braccio".
Il Papa ha spiegato che non ci sono persone forti di "serie A" e persone deboli di "serie B", perché "chi sperimenta nella propria vita l'amore fedele di Dio e la sua consolazione è in grado, anzi, in dovere di stare vicino ai fratelli più deboli e farsi carico delle loro fragilità, senza "autocompiacimento" o "presunzione". "Siamo chiamati a essere sempre disponibili verso gli altri, con un sorriso o una mano tesa a chi è in difficoltà - ha detto Papa Bergoglio - diventando così veri seminatori di speranza".
"Anche chi è 'forte' - ha concluso - si trova prima o poi a sperimentare la fragilità e ad avere bisogno del conforto degli altri; e viceversa nella debolezza si può sempre offrire un sorriso o una mano al fratello in difficoltà. Ed è una comunità così che 'con un solo animo e una voce sola rende gloria a Dio'. Ma tutto questo è possibile se si mette al centro Cristo e la sua Parola".