Arrivata su una zattera di pneumatici

Migranti, la Croce Rossa: "Ricevute diverse richieste di affido per la bambina salvata a Lampedusa"

"Diverse famiglie vogliono prendersi cura di Jacinta. A tutte abbiamo risposto che la decisione spetta alle autorità competenti", ha fatto sapere il presidente Rosario Valastro

13 Dic 2024 - 13:02
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Jacinta, la bambina di 11 anni della Sierra Leone salvata in mare dall'equipaggio della barca a vela Trotamar III della ong tedesca CompassCollective, "è stata trasferita da Lampedusa e adesso sta un po' meglio". Lo ha dichiarato il presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro. "È in mani sicure. Certamente questa è una storia di grande umanità. Abbiamo ricevuto diverse richieste per l'affido di famiglie che vogliono prendersi cura di lei - ha rivelato Velastro -. A tutte abbiamo risposto che la decisione spetta alle autorità competenti. Però - ha aggiunto - siamo contenti per questo abbraccio nei confronti di una bambina che ha vissuto un trauma che, probabilmente non dimenticherà mai più".

Il salvataggio

 Jacinta è arrivata da sola a Lampedusa aggrappata a una zattera di pneumatici: sarebbe l'unica sopravvissuta del naufragio di una barca, con a bordo altre 45 persone, partita dalle spiagge di Sfax, in Tunisia, il giorno dell'Immacolata. A soccorrere la bambina a circa 10 miglia al largo dell'isola italiana sono stati gli operatori della Ong Trotamar III, che hanno accompagnato la ragazzina al molo commerciale.

I disegni

 La bimba, nei momenti trascorsi nell'hotspost di Lampedusa, è stata seguita dal team di Save the children. Ha chiesto dei colori e ha realizzato dei disegni. In uno ha disegnato la bandiera della Sierra Leone, suo Paese di origine; in un altro quattro figure, prese per mano. Una, più piccola e vestita di giallo, è la rappresentazione di se stessa, le altre tre in rosso sono delle operatrici di Save the Children.

Indagini e incongruenze

 Gli investigatori, coordinati dalla procura agrigentina, che indagano sul naufragio, vogliono vederci chiaro perché alcuni particolari del racconto sul barchino colato a picco non troverebbero riscontro con dati oggettivi. Gli inquirenti ipotizzano, tra l'altro che la bambina possa essere caduta da un'imbarcazione, che ha proseguito il proprio viaggio, ed è stata trovata dopo poche ore dalla barca a vela della Ong.

Rimarrebbe il mistero delle altre due persone, di cui avrebbe parlato Jacinta, che erano con la bambina in mare aggrappate alle camere d'aria poi scomparse. Chi indaga fa notare che fino a oggi non ci sono tracce di vestiti, scarpe, o bidoni vuoti nell'area, a circa 11 miglia dalla costa di Lampedusa, dove sarebbe avvenuto il naufragio del barchino partito da Sfax in acque Sar italiane. Le ricerche fatte dalle motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza sono andate avanti per tutta la giornata, ma non è stato trovato nulla e questo sarebbe anomalo.

La bambina, inoltre, avrebbe detto di essere stata due o tre giorni in acqua, appollaiata su due camere d'aria con indosso un giubbotto salvagente, ma quando è arrivata a Lampedusa, dopo tre ore dal salvataggio, non è risultata essere in stato di ipotermia e dopo qualche ora ha lasciato il Pte ed è stata trasferita all'hotspot di contrada Imbriacola. L'equipaggio aveva detto che quando è stata salvata era "congelata". Anche questo racconto non sarebbe verosimile per gli inquirenti perché in quelle condizioni, al freddo col mare in tempesta, non avrebbe potuto sopravvivere per giorni. "La bambina non era in stato di ipotermia, ma in buone condizioni. Era un po' disidratata", ha spiegato il dirigente medico Francesco D'Arca.

La guardia costiera, che indaga insieme alla polizia, ha interrogato l'equipaggio della barca a vela che ha ribadito ciò che aveva reso noto. "Hanno voluto la descrizione di come abbiamo trovato la bambina e del momento del salvataggio. Abbiamo spiegato loro ciò che ribadiamo da ieri", hanno fatto sapere dall'Ong. Trotamar III ha poi ripreso il largo e ora si trova a Sud di Lampedusa.

La bambina verrà sentita in giornata dalla procuratrice dei minori

 Dopo il salvataggio, Jacinta ha trascorso la notte nell'hotspot di Lampedusa per poi essere accompagnata in aereo a Palermo e poi trasferita in una comunità per minori nel Trapanese. La bambina verrà sentita in giornata dalla procuratrice dei minori di Palermo, Claudia Caramanna, competente per le procedure di ricongiungimento familiare o di affido, e dagli investigatori.

Gli inquirenti vogliono sentire direttamente dall'unica testimone le fasi del viaggio e del naufragio del barchino e devono capire se la 11enne abbia dei parenti. La bambina aveva detto che il fratello era con lei sulla barca affondata mentre il padre era rimasto a Sfax ma anche questo racconto potrebbe non essere realistico e la minore potrebbe essere orfana ed è partita per questo solo col fratello. Se avesse dei parenti i magistrati dovranno valutare se sia possibile un ricongiungimento familiare. Qualora risultasse che la bambina non ha parenti verrebbe dichiarato lo stato di adottabilità e individuata una famiglia a cui affidarla.

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