Dura la replica del gestore. “Sarà rimasta fuori per altri motivi e, per questo, si è inventata tutto per diffamarci”. Poi le scuse sulla pagina ufficiale: "Sono state dichiarazioni rilasciate di fretta. Ho sbagliato. Non ho capito che tante persone si sarebbero offese e indignate. Mi dispiace", ha scritto Cominardi
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“Non mi hanno fatto entrare in discoteca e mi hanno detto ‘Stai a casa’ perché, in quanto diabetica, avevo con me nella borsa tre bustine di zucchero e un succo di frutta. Il motivo? Nel locale non si possono portare cibi e bevande. Ma quelli che avevo con me non erano né cibi né bevande, bensì i miei salvavita. Vorrei che questo episodio sia d'esempio, affinché non succeda più a me come a nessun altro”. Questo il duro attacco di M. F., 25 anni, diabetica di tipo 1, nei confronti della discoteca Old Fashion di Milano. Era lì per una festa di laurea, ma la voglia di divertirsi è sparita dopo lo spiacevole episodio. Altrettanto dura la replica del gestore del locale, Roberto Cominardi: “Una ragazza che ha veramente problemi di diabete deve andare in giro con l'insulina, non con i rimedi della nonna". Poi azzarda un'ipotesi: "Dico io quello che è successo: non andava bene il gruppo, è stata lasciata fuori e adesso sta cercando una scusa pretestuosa per cercare di diffamare il locale”. Ma la ragazza specifica: "Altro che rimedi della nonna. Per me lo zucchero è vitale, è come l’insulina. Specialmente in un locale affollato, dove, durante una crisi, potrei non fare in tempo nemmeno ad arrivare al bancone". Tgcom24 ha sentito entrambi i protagonisti di questa controversa vicenda.
Il caso - “Ero a una festa di laurea con amici - racconta la ragazza a Tgcom24 - Verso l’una di notte siamo andati all’Old Fashion, ma quando è arrivato il nostro turno, il buttafuori, controllando la borsa, ha visto i miei salvavita: tre bustine di zucchero e un succo di frutta, sigillato ovviamente. Per questo motivo, non mi ha fatto entrare. Gli ho mostrato anche il certificato del diabete - che porto sempre con me - ma non c’è stato verso. Il tatto è stato pari a zero. Alla mia domanda: ‘Allora cosa dovrei fare?’, il buttafuori che si trovava all'entrata mi ha esplicitamente detto: ‘A me non interessa, stai a casa’”. Una frase che ha guastato l’umore della ragazza e del gruppo. Tanto che nessuno ha voluto continuare la serata ed entrare nel locale: “Siamo tornati a casa tutti, perché il disagio che si era creato era troppo”.
“Se una persona ha una patologia per quale motivo non può fare quello che fanno gli altri? Devi essere uno stupido a dire parole del genere - continua la 25enne, in riferimento al buttafuori - Anche se ribadivo il motivo per cui avessi lo zucchero e il succo di frutta con me, non intendeva farmi entrare e continuava a dire: ‘No, non c'è bisogno dello zucchero se sei diabetica, hai bisogno della medicina’. Se una persona non è abbastanza informata sull’argomento, è inutile che parli e che, soprattutto, insista”.
“Il buttafuori mi ha anche fatto presente che dentro il locale avrei potuto comprare qualsiasi cosa o, comunque, avere dello zucchero. Ma il punto è un altro. Se avessi buttato i miei salvavita e, alle 4 di notte, mi fossi sentita male in mezzo alla strada durante il tragitto per tornare a casa, chi avrebbe avuto la responsabilità sulla mia vita?”
La replica - Il gestore della discoteca non ci sta e fornisce la sua versione dei fatti. “Se la ragazza è veramente diabetica di tipo 1 non vedo a cosa le serva lo zucchero. Mi sembra alquanto improbabile che il buttafuori le abbia detto di buttare le bustine. Probabilmente è solo l’ennesimo sfogo di una delle tante persone che non facciamo entrare per motivi ben diversi e che, successivamente, inventano storie. Magari - come accade spesso alle feste di laurea - c’erano delle persone ubriache e, visto che erano con lei, automaticamente non hanno fatto entrare nessuno di quel gruppo. Il locale è fornito di acqua e zucchero a volontà e a disposizione di chiunque non stia bene. Quando le persone si sentono male, inoltre, diciamo subito di avvisare il nostro servizio di sicurezza”.
“Mai successa una cosa simile in tutta la mia vita" - specifica M.F. - Negli aeroporti d’Europa in cui sono stata non ho avuto problemi. E’ bastato mostrare il certificato del diabete, che porto sempre con me”. E anche nella stessa discoteca…: “Ero già stata all’Old Fashion: anche in quel caso avevano notato il succo di frutta, ma la reazione era stata diversa. Avevo fatto vedere il certificato e mi avevano fatta entrare".
M. F. ha scritto un post di denuncia su portalediabete.org, in cui ha raccontato l'accaduto. Non solo. A denunciare la vicenda è stata anche un’amica della ragazza che ha lasciato una recensione polemica su Google: “Il buttafuori ignorante le ha vietato l’ingresso, malgrado lei gli avesse mostrato il certificato. Da querela".
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In merito alla recensione scritta dall’amica di M. F., Cominardi commenta: “Ha detto che bisognerebbe querelare il locale? Che lo facciano! Attendo, per poi querelare a mia volta, perché non mi faccio prendere in giro da una ragazzina che sostiene di aver bisogno di acqua e zucchero sennò muore. Chi è il dottore che dice a una persona diabetica: 'Vai in giro con l'acqua e lo zucchero'?. E' l'insulina quella che le salva la vita”.
Nel suo sfogo, la ragazza ha posto il problema del tragitto. “Se si fosse sentita male tornando a casa? Bastava lasciare la roba in macchina o nel guardaroba e poi riprenderla": questa la risposta del gestore. L'uomo, poi, tiene a sottolineare quanto per lui sia prioritario l’aspetto legato alla sicurezza. “Io metto al primo posto la sicurezza dei clienti e il personale è formato per seguire dei protocolli precisi. Quando arrivano persone euforiche e ubriache - come può capitare in occasione di una festa di laurea - non le facciamo entrare per questione di sicurezza, nonostante sia un danno economico per il locale”.
“I buttafuori sono considerati ignoranti nel momento in cui cercano di applicare delle regole e alla gente non va bene. Fanno un lavoro ingrato: devono stare sulla porta e dire sì o no alle persone. E poi, non è strano che il mio buttafuori sia riuscito a vedere le bustine di zucchero nella borsa? Chi mi dice che il succo dentro non abbia vodka o chissà cos’altro? Mi devo fidare di tutto quello che dicono le persone che arrivano? Al locale - conclude il gestore dell’Old Fashion - accedono migliaia di persone con patologie sicuramente molto più gravi rispetto a quella di una ragazza diabetica di tipo 1 che dice di dover girare con acqua e zucchero. Allora non esca di casa. Fa prima. Quello che ha detto non sta né in cielo né in terra”.
Il diabete - La ragazza soffre di diabete di tipo 1. “E’ completamente diverso da quello di tipo 2 - spiega M. F. - La patologia di cui soffro colpisce soprattutto i bambini piccoli e gli adolescenti. Non si conosce la causa, ma quel che è certo è che le cellule del pancreas impazziscono e quindi non si produce più insulina nel corpo. Per questo motivo, è necessario iniettarla 4 volte al giorno oppure più volte se si ha la glicemia alta. Qualora si verifichi un repentino calo degli zuccheri nel sangue, è fondamentale avere con me i salvavita, altrimenti potrei entrare in coma da un momento all’altro”.
“Che serva da esempio…” - Quello che a me interessa è far conoscere la patologia - conclude M. F. - Far capire a chi non la conosce come comportarsi in questi casi. Situazioni del genere vanno raccontate, affinché non si ripetano. Al mio posto poteva esserci una ragazza più piccola e debole, che ha scoperto da poco di essere diabetica. Magari sarebbe rimasta maggiormente toccata da questa vicenda”.
Il post dell'Old Fashion - "La ragazza afferma di avere mostrato un certificato, ma dalle nostre registrazioni di videosorveglianza questo non si vede mai accadere. La ragazza non ha mai mostrato il famoso certificato medico. I nostri controlli sono rigorosi e mettiamo la sicurezza delle persone che entrano nel nostro locale davanti a ogni altra priorità, business compreso". Questo il duro attacco dell'Old Fashion sulla pagina Facebook del locale.
Dopo le prime dichiarazioni, Roberto Cominardi ha fatto un passo indietro e si è scusato: prima in forma privata con la ragazza e poi pubblicamente sulla pagina Facebook dell'Old Fashion. "Sono state dichiarazioni rilasciate di fretta. Ho sbagliato. Non ho capito che tante persone si sarebbero offese e indignate. Mi dispiace", ha scritto Cominardi, che ha lanciato l'hashtag #oldfashionchiedescusa. "Ho avuto anche un pacato scambio epistolare con la ragazza per esprimerle l’intenzione da parte mia (e di Old Fashion ) di organizzare insieme qualcosa che trasformi un brutto episodio in un qualcosa di positivo e costruttivo". L'incasso di una serata sarà devoluto a favore della ricerca sul diabete.