L'assessore alla Mobilità, Marco Granelli ha sottolineato che episodi simili "sono aumentati in tre anni per poi diminuire nel 2018"
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Nuova brusca frenata su un treno della metropolitana di Milano. E’ successo l’11 marzo. Il convoglio si è bloccato alla fermata di Cassina de' Pecchi, nell'hinterland della città, lungo la linea 2. I contusi sono stati due. L'ultimo analogo incidente, in ordine di tempo, risale a sabato 9 marzo quando, nel pomeriggio, un treno della linea 1 ha inchiodato alla fermata di Cadorna con un bilancio che alla fine è stato di 9 passeggeri, nessuno in gravi condizioni, finiti in ospedale.
La frenata avvenuta la mattina dell’11 marzo è stata causata dal cattivo funzionamento di un apparecchiatura a bordo del convoglio. L'Atm, l'Azienda Trasporti che gestisce le 4 linee sotterranee di Milano, ha fatto sapere che il "temporaneo malfunzionamento" della strumentazione "ha individuato erroneamente un semaforo rosso" e, quindi, quando la velocità era di circa di 25 chilometri all'ora, il treno si è bruscamente arrestato. La circolazione, al contrario di quanto accaduto 48 ore prima, non è stata sospesa.
Dopo la frenata di sabato 9 marzo, il dg di Atm, Arrigo Giana, aveva spiegato che "l'intensità della frenata è un problema che non vogliamo sottovalutare", che "il sistema rileva sempre dei fatti e si comporta in maniera corretta rispetto ai fatti che rileva" e che "un sistema ad anomalia zero non esiste".
Le frenate brusche con contusi sono ormai una serie. Era accaduto anche il 4 marzo, sulla linea 2 della metropolitana, poco prima delle 8 del mattino e quindi in un orario di punta. Il treno si era bloccato all'improvviso nella stazione di Loreto, con il risultato di 5 feriti.
L'assessore alla Mobilità, Marco Granelli, intervenendo in Consiglio comunale sull'argomento, ha detto che gli episodi di frenate brusche "sono aumentati in tre anni per poi diminuire nel 2018: nel 2015 sono state 67, nel 2016 sono salite a 79, nel 2017 sono aumentate ancora a 109, per poi scendere nel 2018 a 83". In ogni caso, ha concluso, "crediamo sia meglio avere un episodio di frenata o di rallentamento in più rispetto ad un incidente che porterebbe conseguenze più gravi".