Lo ha trovato un operaio che stava lavorando alla ristrutturazione di Torre Galfa, intanto si riaccende la polemica legata ai palazzi con vetrate
Era probabilmente partito dal Pirellone, il grattacielo ex sede della Regione Lombardia dove i genitori gli avevano costruito il nido, il falchetto che ha trovato la morte schiantandosi contro un altro grattacielo milanese, la Torre Galfa. A ritrovarlo è stato un operaio del cantiere, mercoledì pomeriggio. Il piccolo rapace forse non aveva notato la vetrata, da qui lo scontro e la caduta in picchiata al suolo, mentre si riapre la discussione sui palazzi con troppi vetri che traggono in inganno i volatili.
I pulli del Pirellone avevano fatto discutere. Avevano scelto la cuspide sud del grattacielo Pirelli, di fronte alla Stazione Centrale, come fissa dimora nel 2014 e lì avevano costruito il nido per i loro piccoli. A poca distanza era stata piazzata anche una telecamera per monitorare gli spostamenti dei volatili, ciascuno con un anello intorno alla zampa.
Qualche tempo fa, in attesa dello schiudersi delle uova, è nata anche una pagina Facebook: "Giò e Giulia Falchi Pellegrini a Milano".
L'Enpa ha prelevato la carcassa del cucciolo di falco e l'ha consegnata alla facoltà di Veterinaria, che farà accertamenti per capire se si tratta della femmina o del maschio.
Torre Galfa è stata costruita nel 1956 e oggi ristrutturata, ma la sua struttura con molte vetrate è stata conservata. I vetri non sembrano piacere molto agli esperti della fauna selvatica, che hanno chiesto spesso agli architetti di pensare edifici meno pericolosi per gli animali in volo.