Le dichiarazioni del giovane

Milano, studente picchiato in Centrale mentre andava a fare un test universitario: "Sono shockato, ma l'esame è andato bene"

Il ragazzo ha affermato di non avere paura di muoversi per la città, ma che adesso starà "più attento". "Dovrebbe esserci la sicurezza di spostarsi liberamente senza alcun tipo di timore", ha aggiunto

11 Set 2024 - 11:13

Il 19enne pugliese che, il 5 settembre, è stato picchiato e rapinato da un gruppetto di ragazzi nordafricani alla fermata della metro della stazione Centrale di Milano mentre si recava a sostenere un test di ingresso al Politecnico, ha commentato quanto gli è accaduto sulle pagine locali del Corriere della Sera. "Sono arrabbiato. È stato shockante. Ora mi sono ripreso, anche se mi pesa che mi abbiano rubato l'orologio: era un regalo di mio papà, ci teneva molto". Nonostante l'aggressione, il giovane ha voluto dare l'esame (per entrare alla facoltà di professioni sanitarie) prima di sporgere denuncia. Il test è andato bene: "L'ho passato. Sono contento. A ottobre inizieranno le lezioni".

Il racconto dell'aggressione

 Il 19enne ha raccontato di essere stato aggredito "prima di arrivare ai tornelli". "Appena ho sorpassato una delle persone del gruppetto, sulla destra del sottopasso, sono stato colpito con un pugno alle spalle. Poi gli altri mi hanno bloccato contro il muro strappandomi l'orologio, la collanina d'oro, i vestiti, il caricabatterie del telefono e il profumo che avevo nello zaino. Ho provato a svignarmela, alla fine loro sono scappati (sono poi stati fermati per rapina aggravata dalla Polizia di Stato e portati in carcere, ndr). Per fortuna ero al telefono con mio papà". Infatti, è stato quest'ultimo a chiamare i soccorsi. "La telefonata non è caduta e lui ha sentito che, rivolgendomi a due passanti che avevo visto vicino alle scale d'uscita, urlavo: 'Aiuto, chiamate la polizia'", ha spiegato il giovane.

Il ragazzo ha affermato di non avere paura di muoversi per Milano, ma che adesso starà "più attento". "Cosa che comunque non dovrei fare in città - ha aggiunto - perché dovrebbe esserci la sicurezza di spostarsi liberamente senza alcun tipo di timore".

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