Il pm ne aveva chiesti 4, il gup in abbreviato ha quasi raddoppiato la pena. La vittima era appena scesa dal treno notturno che da Bari lo portava a fare un test universitario
Sette anni di carcere in abbreviato per uno degli aggressori dello studente picchiato e rapinato alla fermata della metro della stazione Centrale di Milano mentre si recava a sostenere un test di ingresso al Politecnico. A deciderlo è stato il gup Alberto Carboni che ha inflitto una pena ben superiore ai 4 anni e 4 mesi chiesti dalla pm Ilaria Perinu, al netto dello sconto previsto dal rito. Il giudice ha, invece, mandato a processo gli altri due coimputati dopo aver rigettato la loro richiesta di abbreviato condizionato.
E' stata un'aggressione grave e brutale nei confronti dello studente poco più che maggiorenne e inerme, che era arrivato a Milano solo per fare un test universitario. Per queste ragioni il gup Alberto Carboni, a fronte di una richiesta del pm di poco più di 4 anni, ha deciso di infliggerne sette, ossia quasi il doppio, a uno dei cinque rapinatori. Sette anni di reclusione, tra l'altro, già al netto dello sconto di un terzo del rito abbreviato che aveva scelto l'imputato. Due, invece, sono stati mandati a processo e altri due non sono mai stati identificati.
Lo studente, lo scorso settembre, era arrivato nel capoluogo lombardo dalla Puglia per sostenere il test d'ingresso a un corso di laurea di professione sanitaria ed era stato picchiato e rapinato in un tunnel, alle 8 del mattino, dopo essere sceso dal treno alla stazione Centrale. Come testimoniano le immagini delle telecamere, acquisite nell'inchiesta della Procura di Milano, lo studente, 19 anni, partito da Bari con un Intercity notturno per affrontare l'esame al Politecnico, era stato aggredito da cinque nordafricani, due dei quali, poi, erano riusciti a fuggire.
Dai video e dagli accertamenti risulta che i tre fermati, ancora detenuti, sotto l'effetto del crack avrebbero cominciato a picchiare violentemente il giovane - che non si è costituito parte civile - mentre stava camminando nel tunnel della linea verde della metropolitana ed era al telefono con il padre per rassicurarlo che il viaggio era andato bene.
Secondo gli atti giudiziari, gli arrestati, tutti originari del Marocco, rispondono di rapina aggravata per aver commesso il fatto in cinque e "in un luogo tale da ostacolare la pubblica o privata difesa", ossia il tunnel. Inoltre, sono state contestate le lesioni aggravate per quelle "contusioni multiple" provocate al 19enne, che aveva raccontato: "Prima di arrivare ai tornelli, sono stato aggredito. Sono stato colpito con un pugno alle spalle da uno". Poi, ha proseguito, "gli altri mi hanno bloccato contro il muro strappandomi l'orologio, la collanina d'oro, i vestiti, il carica batterie del telefono e il profumo che avevo nello zaino".
Nonostante quello che gli era accaduto, il giovane ha superato il test. Mentre il processo per i due rinviati a giudizio inizierà il 16 gennaio.