Spari in un locale nel Barese, uccisa una ragazza di 19 anni
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La vittima, deceduta per shock emorragico, era nipote di Ivan Lopez, morto in un agguato a Bari a settembre 2021. Il titolare del club: "È stato l'inferno, siamo vicini alla famiglia della ragazza"
Notte di sangue a Molfetta (Bari). Antonella Lopez, una ragazza di 19 anni, è morta per shock emorragico dopo essere stata ferita con colpi di arma da fuoco durante una rissa scoppiata all'esterno di un locale, il Bahia Beach. Tre i feriti, uno in condizioni gravi, ricoverati al Policlinico di Bari. Le indagini, coordinate dalla Procura antimafia di Bari, puntano sulla guerra tra clan. Tra i feriti figura infatti anche Eugenio Palermiti, aspirante boss dell'omonima famiglia mafiosa di Japigia. La ragazza uccisa era la nipote di Ivan Lopez, morto in un agguato sul lungomare IX Maggio di Bari, nel rione San Girolamo, il 29 settembre 2021. Il proprietario del locale: "È stato l'inferno, è stato un attimo: siamo vicini alla famiglia della ragazza, anche noi vittime di questa violenza". Numerosi i colpi d'arma da fuoco esplosi secondo quanto raccontano gli investigatori. Anche il sindaco di Molfetta, ommaso Minervini, è intervenuto sulla vicenda: "Non si può morire così".
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Il delitto in cui rimase ucciso Ivan Lopez, secondo l'accusa, era stato eseguito da uomini che avevano agito per conto del clan mafioso Capriati di Bari vecchia e del clan Parisi-Palermiti del quartiere Japigia, in lotta con gli Strisciuglio, che avevano il predominio al San Paolo e San Girolamo. A spostrare il coordinamento delle indagini nelle mani della Dda sono stati dunque la parentela della 19enne con Ivan Lopez, il ferimento di Eugenio Palermiti e le modalità mafiose dell'agguato.
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La sparatoria è arrivata al culmine di una maxi rissa tra giovani all'esterno di un noto club sulla spiaggia molfettese, in località Torre Rotonda, molto frequentato non solo dai residenti della zona, ma anche da persone di Bari. Potrebbe trattarsi di vecchie ruggini che avrebbero portato qualcuno a sparare alcuni colpi di pistola tra la folla. Gli uomini armati, almeno tre, hanno fatto irruzione nel locale poco prima delle 3 e, dopo aver ingaggiato una lite con la comitiva con cui si trovava la giovane vittima, uno di loro ha estratto una pistola e ha sparato.
Colpita a morte una 19enne di San Girolamo, quartiere a nord di Bari. La pallottola, penetrata sotto la clavicola, sarebbe arrivata alla giugulare. Inutili i soccorsi. Oltre al ragazzo gravemente ferito, altri due giovani sarebbero stati portati in ospedale, ma le loro condizioni con desterebbero preoccupazione, per questo entrambi potrebbero venire dimessi in giornata. Diversi testimoni sono stati condotti nella locale caserma dei carabinieri.
La 19enne è morta per shock emorragico. Le ferite sul suo corpo erano concentrate perlopiù sul tronco. Il colpo fatale che ha provocato una forte perdita di sangue è del proiettile che l'ha centrata alla spalla, con conseguente rottura di alcuni vasi sanguigni afferenti alla aorta. Altre lesioni, invece, sarebbero state provocate dai cosiddetti proiettili secondari, cioè da frammenti di pallottole. I soccorritori non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.
Le pagine social di Antonella Lopez sono state inondate da messaggi di dolore e cordoglio. "Eri la mia collega preferita, sorella mia salutami il mio papà". E ancora "Vola più in alto che puoi, eri uno spettacolo". Oppure: "Impossibile morire così nel 2024". Il profilo della giovane vittima ha anche video relativi allo zio Ivan. In occasione del primo anniversario dell'uccisione, la giovane definisce quello dell'assassinio un "bruttissimo giorno, che ha segnato la vita di chi ti ha amato. Mi manca vederti entrare dalla porta di casa, mi manca abbracciarti, mi manca sentire la tua voce, mi manca bisticciare".
Per l'omicidio di Ivan Lopez sono a giudizio Davide Lepore e Giovanni Didonna, di 30 e 28 anni. I due rispondono di omicidio pluriaggravato in concorso, con l'aggravante del metodo mafioso. il 31enne Ivan Lopez era stato ucciso con almeno sei colpi di pistola mentre tornava a casa in monopattino. Lepore, secondo i pm, sarebbe stato l'esecutore materiale dell'omicidio, mentre Didonna avrebbe aiutato a commettere il delitto rubando, circa venti giorni prima, a Polignano a Mare, un'Alfa Romeo Giulietta e una Fiat 500 L, poi effettivamente usata per raggiungere la vittima nei pressi della sua abitazione.
Secondo gli inquirenti, Lopez sarebbe stato ucciso per ritorsione perché, insieme con suo fratello Francesco, ora collaboratore di giustizia, avrebbe compiuto delle estorsioni nei confronti di Lepore, titolare di alcune autorimesse di Bari e vicino al clan Capriati della città vecchia (e, in precedenza, al clan Parisi-Palermiti). I fratelli Lopez, invece, erano esponenti del clan Strisciuglio. L'omicidio, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, era maturato in un contesto di "fibrillazione e delle contrapposte azioni di fuoco, incominciate nell'estate 2021, tra il clan Strisciuglio" e il clan Parisi-Palermiti di Japigia.
"Sono profondamente addolorato per quanto accaduto a Molfetta - dichiara il sindaco bi Bari Vito Leccese -. Il mio cordoglio e quello della comunità metropolitana sono rivolti alla famiglia, che in queste ore piange la scomparsa di Antonella Lopez. Non conosciamo la dinamica di quanto accaduto, ma spero che gli autori di questa tragedia vengano assicurati alla giustizia. Questi episodi di crescente violenza che continuano a perpetrarsi nelle nostre città, soprattutto in contesti frequentati da giovani, ci impongono un'attenta riflessione e un'azione di responsabilità collettiva".
A confermare tempi e dinamica dei fatti, il titolare del club: "Erano le 2.45, verso la fine della serata, quando questi ragazzi sono arrivati nel mio locale ed è accaduta la tragedia. Mai nulla del genere è mai successo nel mio locale". "Io non ero in pista, ero nel mio ufficio - ha aggiunto l'imprenditore. - Questo gruppo è entrato e in pochissimo si è scatenato l'inferno. La sicurezza è intervenuta ma era tardi per la 19enne. Siamo vicino alla famiglia della giovane, anche noi siamo vittime di questi atti di violenza assurdi".
"Quanto è accaduto nella notte a Molfetta, con una maxirissa sfociata in una sparatoria, ci rattrista e ci preoccupa. Non si può morire a 20 anni e non si può morire così al di là delle motivazioni che sono a monte della vicenda. Tutte ingiustificabili. Tutte deprecabili". Lo scrive il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini. "Siamo vicini al dolore che ha colpito gli affetti della giovane. Confido - dice - nella prontezza e nella capacità investigativa degli inquirenti per la ricostruzione della dinamica degli avvenimenti e l'individuazione dei responsabili. Soprattutto abbiamo necessità di sapere perché proprio qui".