CONOSCIUTO IN CHAT

Isernia, rapita e segregata per due mesi: salvata dalla polizia

L'intervento della polizia ha messo fine alla prigionia della 53enne. L'allarme lanciato dal figlio della donna, arrestato un 22enne

25 Gen 2017 - 21:34

Segregata per due mesi nella camera da letto, di casa sua, da un ragazzo conosciuto in chat. Lei è una 53enne isernina, lui è un 22enne della provincia di Venezia arrestato dalla Polizia di Isernia per sequestro dipersona. I poliziotti sono intervenuti nell'abitazione e l'hanno liberata dopo la segnalazione del figlio maggiore della donna che non aveva più notizie di sua madre.

"I poliziotti, dopo aver suonato più volte al citofono senza ricevere risposta hanno chiesto l'intervento dei Vigili del Fuoco. Da una finestra si è spalancata davanti ai loro occhi una scena terribile: la 53enne ferma a letto e di fianco il ragazzo che si è alzato per aprire la porta solo dopo un'estenuante trattativa". Questo il racconto del questore Ruggiero Borzacchiello.

Il sequestro avvenuto a Venezia - L'appartamento era in disordine e mal odorante. "La donna, con ecchimosi sul corpo, ha cominciato a piangere e a parlare solo quando i poliziotti hanno portato via il ragazzo". Ai poliziotti ha detto "di averlo conosciuto in chat e di essere, poi, andata a Venezia per incontrarlo di persona.

Da uomo buono a orco - Quindi, l'invito a raggiungerla a Isernia e l'incubo. Dopo un paio di giorni di normale convivenza, il 22enne ha modificato il comportamento. L'ha trattenuta, contro la sua volontà, in camera da letto. L'ha picchiata e costretta a espletare i bisogni fisiologici in un recipiente di plastica (trovato in camera)".

La donna ha raccontato che "riceveva un pasto al giorno ed era stata privata della carta bancomat e del cellulare". Lei è una vedova che vive con la pensione di reversibilità del primo marito da cui ha avuto il figlio che si è rivolto ai poliziotti. Gli altri due figli, avuti da una successiva relazione, vivono col padre. Ora è ricoverata all'ospedale 'Veneziale' assistita anche dagli psicologi.

Il ragazzo, che ha risposto "in modo evasivo alle domande dei poliziotti", è stato rinchiuso nel carcere di Ponte San Leonardo.

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