Durante la Domenica delle palme il Pontefice ha accostato le sofferenze dei profughi e rifugiati a quelle provate da Cristo sulla croce
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Papa Francesco, durante l'omelia della messa della Domenica delle palme, ha accostato le sofferenze dei migranti a quelle provate da Cristo sulla croce. "A Gesù viene negata ogni giustizia e prova sulla sua pelle anche l'indifferenza. E penso ai tanti emarginati, ai tanti profughi e ai tanti rifugiati per i quali nessuno vuole assumersi la responsabilità del loro destino", ha detto il Pontefice in piazza San Pietro di fronte a migliaia di fedeli.
Per il Papa il crocifisso è "la cattedra di Dio", l'unica in grado di insegnare la via di un "amore umile" capace di "rinunciare" a "egoismo, potere, fama". "Può sembrarci tanto distante - ha aggiunto - il modo di agire di Dio, che si è annientato per noi, mentre a noi pare difficile persino dimenticarci un poco di noi".
"Egli - ha proseguito - viene a salvarci; siamo chiamati a scegliere la sua via: la via del servizio, del dono, della dimenticanza di sé. Possiamo incamminarci su questa via soffermandoci in questi giorni a guardare il Crocifisso, la cattedra di Dio, per imparare l'amore umile, che salva e dà la vita, per rinunciare all'egoismo, alla ricerca del potere e della fama. Con la sua umiliazione, Gesù ci invita a camminare sulla sua strada". Il Pontefice ha quindi invitato a meditare su "questo mistero del suo annientamento per noi".