Monreale, sparatoria in pieno centro: tre morti
© Tgcom24 | Le tre vittime della sparatoria
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Davanti a una pizzeria è scoppiata una rissa per futili motivi tra un gruppo di palermitani e un gruppo di monrealesi. In quel momento c'erano almeno un centinaio di persone: quando sono stati esplosi i colpi di pistola c'è stato il fuggi fuggi generale
È di tre morti e di due feriti il bilancio di una sparatoria avvenuta la notte scorsa a Monreale, in provincia di Palermo, per futili motivi davanti a una pizzeria in pieno centro, nei pressi di piazza Vittorio Emanuele. Le vittime sono Salvatore Turdo, di 23 anni, e Massimo Pirozzo, di 26. La terza persona è deceduta in ospedale dove era stato ricoverata: si tratta di Andrea Miceli, 26 anni. I feriti hanno 33 anni e 16 anni e non sono in pericolo di vita. I carabinieri hanno acquisito le immagini dei sistemi di video-sorveglianza per cercare di risalire a chi ha sparato.
Le vittime sono di Monreale, e sarebbero tutti amici che facevano parte di un gruppo di giovani incensurati attaccato, secondo le prime ricostruzioni, da un gruppo di palermitani. Chi ha sparato sarebbe stato proprio uno dei palermitani che poi si è dileguato. In quel momento in zona c'erano almeno un centinaio di persone. Quando sono stati esplosi i colpi di pistola, c'è stato il fuggi fuggi generale e il panico tra i presenti.
© Tgcom24 | Le tre vittime della sparatoria
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Secondo la ricostruzione degli investigatori, tra il gruppo di palermitani e il gruppo di monrealesi era prima scoppiata una rissa fuori dal locale per futili motivi, che si era esaurita in dieci minuti. I palermitani erano saliti a bordo dei loro scooter e sembrava che tutto fosse finito lì, ma pochi minuti dopo sono ritornati e uno di loro ha estratto la pistola, esplodendo almeno 15 colpi.
"C'è stata una rissa violenta, con lancio di tavoli, bastoni e bottiglie. È esploso il panico. Poco dopo si sono sentiti colpi di arma da fuoco, tutto è degenerato. Gente che fuggiva, altri che cadevano e venivano calpestati, chi si nascondeva tra le auto, chi piangeva a dirotto. È stato terribile". È stata la testimonianza di una giovane che si trovava nelle vicinanze del luogo della sparatoria.
Mentre proseguono le indagini dei carabinieri, coordinati dalla Procura di Palermo, sulla sparatoria, alcuni testimoni hanno raccontato che Andrea Miceli sarebbe stato ucciso nel momento in cui stava raggiungendo a piedi il cugino Salvatore Turdo, anche lui assassinato. Il ragazzo, hanno riferito le fonti, aveva poco prima messo al sicuro la fidanzata, chiudendola in auto e raccomandandole di non muoversi. Pochi minuti dopo è stato colpito dai proiettili. Il 26enne è deceduto in ospedale nelle scorse ore per le gravi ferite. Ancora sotto shock la fidanzata.
Gli operatori del 118, intervenuti subito dopo la sparatoria, sono stati strattonati dai parenti e dagli amici dei feriti. Il primo equipaggio arrivato in via Benedetto D'Acquisto è stato accerchiato: i parenti chiedevano che fosse data priorità al proprio ferito. Sono stati attimi terribili per i soccorritori. All'ospedale Ingrassia parenti e amici di uno dei ragazzi in fin di vita si sono riversati al pronto soccorso. Non appena hanno appreso della morte hanno danneggiato l'ambulanza. Il personale sanitario è riuscito a uscire dall'ospedale grazie a un cordone delle forze dell'ordine.
"A Monreale si è consumata una tragedia: tre morti e due feriti. I primi a intervenire sono stati gli operatori del 118, che si sono trovati a fronteggiare una folla inferocita e violenta. Ancora una volta, i soccorritori, armati solo di spirito di servizio e umanità, sono stati aggrediti mentre tentavano di salvare vite. Questa ennesima aggressione dimostra che non è più tollerabile operare in condizioni di totale insicurezza, esposti a rischi gravissimi senza alcuna tutela". Lo hanno affermato i componenti del direttivo regionale Coes Sicilia, associazione degli autisti e soccorritori italiani, sollecitando "l'adozione di misure concrete per la protezione dei soccorritori".