© Vigili del Fuoco
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Le vittime viaggiavano tutte insieme ed erano dirette al carcere di Catanzaro. Il conducente dell'altra vettura è rimasto ferito in modo grave, ma non è in pericolo di vita
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A Montauro, in provincia di Catanzaro, due auto si sono scontrate lungo la SS106, causando la morte di quattro persone e il ferimento grave di una quinta. Le due vetture coinvolte sono una Fiat Panda su cui viaggiavano quattro giovani (tre donne e un uomo), tutti morti nello scontro, e una Fiat Idea, il cui conducente è rimasto ferito in modo grave ma non sarebbe in pericolo di vita. Le vittime erano dirette al carcere di Catanzaro, dove avrebbero dovuto incontrare un detenuto, parente di una di loro.
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Ancora non è chiara la dinamica dell'incidente: l'unica certezza è che si è trattato di uno schianto frontale. Il punto dell'impatto si trova in una curva a striscia continua, all'altezza del bivio per Pietragrande di Stalettì. La SS106 nel tratto interessato è stata chiusa al traffico per alcune ore.
Sono quattro giovani di San Luca, in provincia di Reggio Calabria, le vittime del terribile incidente. Si tratta di Antonella Romeo, 18 anni, Teresa Giorgi, 34 anni, Elisa Pelle, 24 anni, e Domenico Romeo, 27 anni. Il conducente della seconda vettura, rimasto ferito, è un soveratese di 52 anni.
Nel nostro Paese sono tante le arterie che vengono definite "strade della morte" per la loro pericolosità. Tra queste, la statale 106 ionica, la strada che attraversa tre Regioni, Calabria, Basilicata e Puglia, da Reggio fino a Taranto, dove si verificano spesso incidenti mortale. La 106 è un'arteria che consente in alcuni tratti velocità autostradali pur non avendo propriamente le caratteristiche di un'autostrada. In alcuni punti è larga e comoda, ma in altri è stretta e caratterizzata da lunghi rettilinei che inducono ad accentuare la velocità. In più non ha lo spartitraffico centrale, con il conseguente rischio di sconfinamenti di corsia e invasione di quella opposta. Da qui i frequenti scontri frontali, con vittime e feriti.
La statale ionica da anni è al centro delle attenzioni anche politiche proprio per la sua pericolosità, ma non è mai stata oggetto in realtà dei sempre più indispensabili interventi di messa in sicurezza. L'Anas ne ha già ammodernato più tratti, ma gli incidenti si verificano a ritmi ben più rapidi rispetto ai tempi e alle programmazioni dell'azienda delle strade statali.