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E' il giudizio sull'operato terapeutico nel documento medico-legale disposto dal Tribunale di Roma in merito ai fatti del 19 luglio 2023
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"Una catastrofica sequela di errori e omissioni". E' il giudizio sull'operato dei sanitari contenuto nella perizia medico-legale svolta su richiesta del Tribunale di Roma in merito alla morte del giornalista Andrea Purgatori, deceduto il 19 luglio 2023. Nel procedimento, coordinato dal procuratore Francesco Lo Voi, sono finiti nel registro degli indagati, per l'accusa di omicidio colposo, il radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, entrambi appartenenti alla sua equipe, e il cardiologo Guido Laudani.
L'attività peritale era stata disposta a maggio 2024 dal giudice nell'ambito dell'incidente probatorio e verrà illustrata nell'udienza fissata per il 26 settembre. Nel documento i periti, quattro specialisti tra cui un cardiologo e un neuroradiologo, ricostruiscono il percorso clinico del giornalista, un calvario durato alcuni mesi fatto di visite specialistiche e ricoveri poi culminate con la morte a 70 anni di età.
Per i periti "i neuroradiologi indagati refertarono non correttamente l'esame di risonanza magnetica dell'8 maggio 2023 per imperizia e imprudenza e quelli del 6 giugno e dell'8 luglio per imperizia. "Il cardiologo Laudani effettuò approfondimenti diagnostici insufficienti" e da lui, in particolare scrivono i periti, c'è stata "una catastrofica sequela di errori e omissioni".
Nel documento di oltre cento pagine gli specialisti mettono nero su bianco che "un corretto trattamento diagnostico-terapeutico avrebbe consentito al paziente Purgatori un periodo di sopravvivenza superiore a quanto ebbe a verificarsi". La letteratura scientifica "considera il tasso di sopravvivenza a un anno in misura dell'80% qualora l'endocardite venga tempestivamente adeguatamente trattata".
Si afferma che l'endocardite, che fu la causa del decesso di Purgatori, "avrebbe potuto essere individuata più tempestivamente, per lo meno all'inizio del ricovero dal 10 al 23 giugno del 2023, o ancor prima, nella seconda età di maggio 2023, qualora i neuroradiologi avessero correttamente valutato l'esito degli accertamenti svolti l'8 maggio".
I medici nominati dal tribunale ritengono che "la condotta dei neuroradiologi abbia concorso nel ritardare il trattamento dell'endocardite". In riferimento all'operato di Laudani, i periti affermano che "interpretò non correttamente i risultati dell'esame holter, giungendo alla conclusione che l'embolizzazione multiorgano fosse conseguenza di fibrillazione atriale". Inoltre, non valutò adeguatamente il quadro clinico e gli effetti della terapia anticoagulante che aveva impostato. Si tratta - aggiungono- di comportamenti che possiamo definire non adeguati sotto l'aspetto della perizia".
Nel documento viene ricostruita anche la gestione clinica del paziente e, in riferimento al ricovero del luglio del 2023, i periti affermano che Purgatori "viene dimesso apparentemente senza visionare i risultati di un prelievo effettuato il giorno 19, dove si rileva la severa anemia che avrebbe controindicato la dimissione". Per i periti, infine, "non vi è dubbio che l'errata diagnosi di secondarismi neoplastici piuttosto che di lesioni ischemiche abbia condizionato il percorso assistenziale".
Purgatori "è stato inviato a radioterapia encefalica quando non ve ne era la necessità e non è stato effettuato alcun tempestivo approfondimento diagnostico e trattamento per l'endocardite che ha causato lesioni diffuse e progressive e, in ultima analisi, ha portato a morte".