Speciale È morto Papa Francesco
Si è spento in mezz'ora

Morte Papa Francesco, tra farmaci post-polmonite e riposo mancato: tutte le ipotesi sull'ictus

Poco rispettato il riposo imposto dai medici dopo i 37 giorni di ricovero. Gli esperti ipotizzano che farmaci, stress e condizioni croniche abbiano contribuito all’ictus fatale

22 Apr 2025 - 11:03
 © AFP PHOTO / VATICAN MEDIA

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Alle 7 del mattino, nella sua residenza a Casa Santa Marta, Papa Francesco ha avvertito un malessere improvviso. Un sintomo che ha fatto subito pensare a un ictus cerebrale. A poche ore di distanza, il decesso: "ictus cerebri, coma e collasso cardiocircolatorio irreversibile" si legge nell'atto di constatazione della morte firmato da Andrea Arcangeli, responsabile della direzione di Sanità e Igiene del Vaticano.

L'ipotesi dell'ictus emorragico

 "È un danno al cervello persistente, dovuto a problemi vascolari" ha spiegato al Corriere della Sera la neurologa Francesca Romana Pezzella, segretario dell'Associazione italiana ictus e chair del piano europeo per l'ictus cerebrale. Secondo l'esperta, il Pontefice potrebbe aver avuto un ictus emorragico, ovvero causato dalla rottura di un'arteria cerebrale. È la forma più letale, con un elevato rischio di morte già nella prima ora. "È impossibile distinguere l'ictus ischemico da quello emorragico in assenza di una Tac cerebrale", ha precisato.

Età, ipertensione e diabete: un quadro clinico complesso

 Il certificato medico riporta un quadro di salute già molto compromesso: insufficienza respiratoria acuta per polmonite bilaterale multimicrobica, bronchiectasie multiple, ipertensione arteriosa e diabete di tipo II. Tutte patologie che, secondo gli esperti, aumentano in modo significativo il rischio di ictus. L'ipertensione, in particolare, "è la prima causa di ictus, seguita da età, diabete, fibrillazione atriale e immobilità" ha aggiunto Pezzella.

Lo stress eccessivo della convalescenza

 Dopo 37 giorni di ricovero al Policlinico Gemelli, Papa Francesco aveva bisogno di un lungo periodo di riposo. Ma gli impegni pubblici per la Pasqua lo hanno sottoposto a ulteriore stress fisico e mentale. "Era noto che dopo il momento difficile della malattia, per il Papa sarebbe stato necessario un periodo di riposo, ma gli impegni che ha affrontato per la Pasqua potrebbero avere comportato un affaticamento", ha osservato Roberto Tarquini, primario di Medicina interna all'ospedale di Empoli.

I postumi della polmonite e i rischi cardiovascolari

 Secondo Francesco Blasi, direttore della Pneumologia al Policlinico di Milano, esiste un legame tra gravi infezioni respiratorie ed eventi cerebrovascolari come l'ictus. "La mortalità è altissima nei due mesi successivi a una polmonite grave", ha spiegato, sottolineando come l'infiammazione sistemica possa danneggiare arterie e arteriole, predisponendo a episodi acuti.

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L'effetto possibile dei farmaci

 Un'altra ipotesi arriva da Stefano Nardini, ex direttore della Pneumologia dell'ospedale di Vittorio Veneto: "È possibile che il Papa facesse una terapia antiaggregante, che possa avere facilitato un evento emorragico". Un sospetto fondato, considerando l'età avanzata e la lunga storia clinica di Bergoglio, che include l'asportazione di parte del polmone destro a 21 anni, numerosi episodi di bronchite cronica e l'uso costante della carrozzella per difficoltà motorie.

Un percorso di salute segnato da fragilità

 Dagli interventi chirurgici per cataratta (2019) e colon (2021), alle frequenti ricadute respiratorie, la salute di Papa Francesco è sempre stata sotto osservazione. Il lungo ricovero per la polmonite bilaterale, seguito da un periodo di attività intensa, potrebbe aver esacerbato un equilibrio già fragile. In questa cornice, l'ictus potrebbe essere stato il tragico epilogo di una concatenazione di fattori clinici e fisici.

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