A "Dritto e Rovescio" parla l'uomo che ha girato il video durante lo schianto e, a suo dire, fatto cancellare dai carabinieri
© Da video
"Stavo riprendendo la macchina schiantata al palo e il ragazzo a terra". A parlare è il supertestimone del caso legato alla morte di Ramy Elgaml, il ragazzo morto a seguito di un inseguimento con i carabinieri nella notte del 24 novembre 2024.
"Dritto e Rovescio" ha ascoltato le parole di Omar, l'uomo che subito dopo lo schianto aveva girato un video che, a suo dire, gli sarebbe stato fatto cancellare dai carabinieri. "Se quel filmato fosse uscito, sarebbero diverse le questioni - ha detto l'uomo -. Se lo scooter è caduto per un colpo? Sì, non solo perché ho fatto il video ma perché l'ho visto con i miei occhi. All'incrocio tra via Quaranta e via Ripamonti e lo scooter se ne stava andando. Ho trovato due ragazzi per terra, uno sotto una macchina. Sono venuti (i carabinieri, ndr) e mi hanno detto di cancellare il video. Non lo hanno guardato, né io né loro sappiamo cosa c'era".
Di quel filmato è rimasto solo un frame. Secondo i periti, il filmato iniza alle 04:03:22, in quello stesso orario lo scooter sul quale viaggiava Ramy Elgaml con l'amico Fares Bouzidi che era alla guida del mezzo imbocca la via contromano seguito dalla gazzella dei carabinieri. Lo smartphone al momento dello schianto stava ancora registrando e riprende la scena per altri 50 secondi fino alle 04:04:31. Nelle immagini delle telecamere di sorveglianza Omar, l'uomo che ha girato il video, è posizionato tra due pali per poi spostarsi. Secondo l'avvocato penalista Veronica Fumagalli, intervistata dal programma di Rete 4, l'accertamento della cancellazione del video non aggrava la posizione dei carabinieri indagati per depistaggio: "Il depistaggio c'è solo se la cancellazione è stata voluta per depistare le indagini. Se io ho visto quel video e l'ho fatto per sviare le indagini allora l'ho fatto per quel motivo, ma se quel contenuto non l'ho visto posso averlo fatto per mille ragioni diverse. Per esempio, tutelare la dignità della vittima stessa evitando ce il video diventasse virale".