Incidenti sul lavoro, nel 2022 meno morti ma più infortuni
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Sono 1.090 i casi mortali denunciati tra gennaio e dicembre dell'anno scorso: il 10,7% in meno rispetto al 2021, ma con un netto aumento della mortalità tra i più giovani
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Più incidenti e oltre mille morti sul lavoro nell'arco di un anno. Le denunce presentate all'Inail tra gennaio e dicembre 2022 indicano un aumento degli infortuni, che sfiorano quota 698mila e segnano un +25,7% rispetto al 2021. Sono 1.090 i casi mortali denunciati, il 10,7% in meno rispetto all'anno precedente, segnato dal picco della pandemia Covid. La mortalità sul lavoro appare però in aumento tra i più giovani: 196 le vittime tra i 25 e i 39 anni (furono 153 nel 2021) e 22 tra gli under 20 (contro le 10 nel 2021). Aumentano anche le patologie di origine professionale denunciate: 60.774 (+9,9%).
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I dati dell'Inail sottolineano, dunque, l'aumento delle denunce di infortunio nel complesso, dovuto in parte al più elevato numero di denunce da Covid-19 e in parte alla crescita degli infortuni tradizionali, e un calo di quelli mortali "per il notevole minor peso" delle morti da contagio, a cui si contrappone però l'incremento dei decessi in itinere, ovvero nel tragitto casa-lavoro.
I casi mortali per gli uomini sono passati da 1.095 a 970, per le donne da 126 a 120. Dietro questi numeri tante vite spezzate. Sono dati che "non ci possiamo permettere" di registrare, sottolinea il ministro del Lavoro, Marina Calderone. Di qui la necessità di agire in tempi stretti per aumentare la sicurezza, la prevenzione e la formazione e anche per sostenere la cultura della sicurezza partendo dalla scuola.
"Stiamo lavorando per rendere più effettiva la sicurezza, per intervenire anche con dei correttivi che rendano più efficace i controlli", spiega Calderone che, con i sindacati e le imprese, ha avviato un tavolo di confronto con l'obiettivo di arrivare a un patto sulla sicurezza. Sul tavolo anche un possibile intervento sul Testo unico con l'obiettivo di aumentare le tutele. Bisogna azzerare i morti sul lavoro, ripetono i sindacati.
"La ripresa produttiva che c'è stata lo scorso anno ha danneggiato anche la tutela della salute e della sicurezza, che continuano a essere considerate un costo e non un investimento", afferma invece il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. L'andamento in crescita è legato anche al fatto che "c'è un aumento della precarietà senza precedenti e che, in molti casi, gli infortuni avvengono in aziende di piccole dimensioni, e soprattutto in aziende che sono in appalto o in subappalto". "Sono cifre impressionanti e vergognose, indegne di un Paese civile", commenta la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese. "Numeri inaccettabili. Bisogna rafforzare i controlli per fermare strage dei lavoratori", afferma il segretario generale dell'Ugl, Paolo Capone.