Il ricordo del direttore di Tgcom24, Paolo Liguori: "E' stato un uomo fantastico, sorprendente, travolgente"
Noto architetto con un notevole amore per la politica. Questo era Paolo Ramundo, morto dopo una malattia. Ramundo è ricordato anche come uno dei fondatori de "Gli Uccelli", gruppo politico romano che in qualche modo anticipò il sessantotto ma con forme di lotta, di espressione e di denuncia molto originali, surrealiste, dadaiste, non violente. Il 19 febbraio del 1968, quando appunto doveva ancora iniziare la massiccia protesta giovanile, aiutati dal professor Portoghesi, gli "Uccelli" si arrampicarono sul campanile di Sant’Ivo alla Sapienza e restarono lì, al freddo e senza mangiare, per 36 ore. Oggi, a piangerne la scomparsa, sono in molti, tra cui il direttore di Tgcom24, Paolo Liguori.
Il ricordo di Paolo Liguori - "Ho perso un grande amico, Paolo Ramundo, a causa di una malattia inesorabile. Non è il primo di coloro con cui ho vissuto una stagione indimenticabile, ma questa volta sento che non saprei neppure descriverlo o raccontarlo a chi non l’ha conosciuto. Dico solo che è stato un uomo fantastico, sorprendente, travolgente. Mi trovo lontano e non posso fare altro che piangerlo dentro, assieme ad altri. E lo comunico qui, dove so che le parole hanno un senso. Ciao Paolo, non dimenticherò mai il nostro ultimo viaggio a Matera con Roberto".
Il ricordo di Paolo Portoghesi - Con la morte di Paolo Ramundo (detto Capinera), - scrive Portoghesi su La Repubblica - l'ispiratore del gruppo degli "Uccelli", Roma ha perduto un interprete del lato migliore della sua identità popolare, un uomo semplice, collezionista di 30 e lode, ma tanto discreto da sembrare ignorante e con un disarmante sorriso sulla bocca, dotato di scanzonata ironia, ma anche di una incrollabile fede nel fatto che il mondo, la vita, si possono e si devono cambiare in meglio.
Li chiamavano uccelli perché diffidavano delle parole e preferivano cinguettare e, liberi così di volare, almeno metaforicamente, ne combinarono di tutti i colori. Sacrificarono un agnello nell'Ara Pacis, andarono a Berlino per solidarizzare con le comuni e poi al Politecnico di Milano interrompendo una assemblea con il getto degli idranti (...).
(...) Da tempo Ramundo si era ritirato in una fattoria dove praticava l'agricoltura e viveva in comunità. Ma la sua storia è una storia europea che ha a che fare con lo spirito di rivolta dei grandi creatori dell'arte moderna. Nel 1968, quando la notizia della scalata di Sant' Ivo venne pubblicata dal "Figaro", Max Ernst, l'inventore di Dada, scrisse una cartolina a Guttuso per esprimergli il suo entusiasmo.
Cosa era successo ? Tre studenti della facoltà di architettura sottraendosi alla noia dei discorsi velleitari avevano riscoperto la forza del linguaggio simbolico e avevano passato due notti nella gabbia di ferro che corona la cappella dell'antica università romana disegnata da Francesco Borromini. Il giorno dopo molti studenti di architettura avevano inscenato una fiaccolata di solidarietà, dimostrando di aver capito il senso del messaggio degli Uccelli che era quello di non accontentarsi di occupare delle facoltà ma di uscire all'aperto e coinvolgere la città. (...)
Nel 1976 Paolo Ramundo, con Carlo Zaccagnini, Lorenzo Mammì e Isabella Rossellini dipinsero le pareti del quartiere di Tor di Nona con bellissimi affreschi. Di questi è rimasto in opera soltanto "L'asino che vola" nel quale Paolo Ramundo si sarebbe orgogliosamente riconosciuto. Ai romani che hanno amato Paolo Ramundo consiglio di recarsi a Tor di Nona a rendere omaggio all'asino che se n'è volato, chissà dove e di guardare il bellissimo film di Silvio Montanaro e Gianni Ramacciotti a cura dell'Archivio del Movimento Operaio, dedicato alle gesta degli "Uccelli".