Nel 2022 aveva avuto il via libera al suicidio assistito ma la procedura non è stata attivata. Viveva attaccato al ventilatore da 35 anni.
Stefano Gheller è morto all'ospedale di Bassano del Grappa (Vicenza), dopo alcuni giorni di ricovero per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Il 50enne era affetto da una grave forma di distrofia muscolare: per primo aveva ottenuto dalla Sanità veneta l'autorizzazione al suicidio assistito. Una possibilità che per il 50enne non si è mai concretizzata.
"Non ho alcuna paura della morte - aveva detto qualche tempo fa - ma della sofferenza che la precede". Gheller soffriva di una grave forma di distrofia muscolare facio-scapolo-omerale che aveva ereditato dalla madre. Ai giornalisti e allo stesso presidente della Regione Veneto Luca Zaia aveva sempre detto di non voler morire, ma di voler decidere quando lasciare la vita nel momento in cui il dolore fosse diventato insopportabile. L'uomo, residente a Cassola (Vicenza), era attaccato al ventilatore da 35 anni. Il 13 ottobre 2022 aveva ottenuto dall'Azienda sanitaria Pedemontana la possibilità di accedere al suicidio assistito. "La notizia che potrò porre fine alla mia esistenza quando la sofferenza diventerà insopportabile - aveva ripetuto - mi ha fatto amare ancora di più la vita".
È la stessa azienda Sanitaria Ussl 7 Pedemontana a precisare che precisa che "Gheller è morto in seguito a complicanze sopraggiunte alla patologia che ne aveva determinato il ricovero. È stato assistito da diversi specialisti, tra cui l’equipe di Cure Palliative, che già aveva in carico il paziente e che si è adoperata per ridurre la sua condizione di sofferenza. Non è stata attivata la procedura del suicidio assistito". All'ospedale San Bassiano Gheller è stato assistito da diversi specialisti, tra cui l’equipe di cure palliative, che già curava il 50enne di Cassola e che si è adoperata per ridurre la sua condizione di sofferenza. "Rimane il ricordo della sua chiarezza di pensiero, determinazione e grande dignità umana nelle persone che si sono confrontate con lui lungo il percorso di autorizzazione e durante le ripetute fasi di assistenza medica" si legge in una nota della stessa azienda.