© IPA
© IPA
L'agguato è avvenuto nella notte nella zona degli chalet di Mergellina. Il ragazzo sarebbe stato colpito a morte, per futili motivi, al culmine di una lite tra giovani
© IPA
© IPA
A Napoli un 18enne, Francesco Pio Maimone, è stato ucciso nella notte a colpi di pistola. L'agguato è avvenuto per futili motivi in strada, nella zona degli chalet di Mergellina, teatro di diversi episodi di violenza. Ferito gravemente, il giovane, che non era legato a clan criminali ma frequentava diversi giovani appartenenti al clan Marsicano-Esposito di Pianura, è stato trasportato all'ospedale Vecchio Pellegrini, dove però le sue condizioni sono apparse subito disperate. Ad accompagnarlo in auto nella struttura ospedaliera, i due giovani amici che erano con lui quella sera.
Il 18enne di Napoli sarebbe stato ucciso al culmine di una lite tra giovani innescata per futili motivi: forse, secondo una prima ricostruzione degli investigatori, per uno sguardo di troppo o per aver calpestato per errore il piede di un altro ragazzo.
La notte del 12 marzo la zona di Mergellina era stata teatro di un altro fatto di sangue, il ferimento di un giovane ritenuto legato alla camorra, colpito più volte mentre si trovava in auto. Molto gravi le ferite riportate: i killer l'hanno ferito gravemente all'addome e alla zona cervicale. Per gli inquirenti i due casi non sarebbero comunque legati.
"Mergellina è terra di nessuno, sparano all'impazzata tra la gente, la risposta dello Stato sia dura e intelligente". A chiederlo è il deputato Francesco Emilio Borrelli, che così commenta l'omicidio. Secondo il deputato "bisogna capire velocemente cosa stia accadendo: non è certo la prima volta che la zona degli chalet di Mergellina diventa teatro dei regolamenti di scontri tra clan rivali e bande criminali che si contendono il territorio. Li è terra di nessuno, si spara all'impazzata, tra la gente rischiando di colpire chiunque. Avviene da tempo eppure il fenomeno continua a essere preso sottogamba. La città non può rimanere in balia di camorristi, violenti e criminali, le strade non possono macchiarsi di sangue ogni volta che nascono tensioni negli ambienti malavitosi, cioè quasi sempre. Prima o poi ci andrà di mezzo un'anima innocente". "Lo Stato è chiamato a intervenire con energia e intelligenza - conclude Borrelli - occorre indagare, arrestare e condannare ma anche eliminare quelle condizioni per le quali ci sono continui turn-over nel modo delle bande e tentativi di scalate vertici della malavita".