Napoli, paura a Scampia: crolla un ballatoio alla Vela Celeste
© Ansa | Margherita Della Ragione e Roberto Abbruzzo, morti nel crollo di Scampia
© Ansa | Margherita Della Ragione e Roberto Abbruzzo, morti nel crollo di Scampia
Le vittime sono un 29enne e una 35enne, due bimbe in gravissime condizioni. Il giorno dei funerali sarà lutto cittadino. Testimoni: "Prima del boato c'era una lite sul ballatoio"
Momenti di terrore nella tarda serata di lunedì al quartiere di Scampia a Napoli. Il cedimento di un ballatoio di collegamento nella Vela Celeste, insediamento popolare della zona, ha provocato due morti e 13 feriti, tra cui sette minore (due bimbe sono in gravissime condizioni). Due persone sarebbero in gravi condizioni. Il crollo, verificatosi al terzo piano, ha coinvolto nella caduta anche i ballatoi del secondo e del primo piano. I vigili del fuoco, dopo aver scavato tra le macerie, hanno completato l'evacuazione dei piani alti. Circa 800 residenti sono stati sgomberati, ma in 300 potranno rientrare in 66 appartamenti già martedì sera. L'evacuazione è stata disposta per permettere le verifiche tecniche sull'edificio.
© Ansa | Margherita Della Ragione e Roberto Abbruzzo, morti nel crollo di Scampia
© Ansa | Margherita Della Ragione e Roberto Abbruzzo, morti nel crollo di Scampia
Le persone decedute sono Roberto Abbruzzo, 29 anni, morto sul colpo, e Margherita Della Ragione, 35 anni, morta in nottata per un arresto cardiocircolatorio sopraggiunto a causa dei gravi traumi riportati. I sette piccoli rimasti coinvolti sono tutti in codice rosso nell'ospedale Santobono della città, due sono in rianimazione.
Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata. Gli adulti sono invece tra l'Ospedale del Mare e il Cardarelli: si tratta di Luisa Abbruzzo, 23 anni; Giuseppe Abbruzzo, 33 anni, (ricoverato in codice rosso). Nell'ospedale Cardarelli sono ricoverati in codice rosso, non in pericolo di vita: Carmela Russo, 34 anni; Martina Russo, 24 anni; Patrizia Della Ragione, 53 anni.
Daniela Schiavone, direttore medico di presidio dell'ospedale pediatrico Santobono di Napoli, sulla situazione delle due bambine ha spiegato che "hanno riportato un trauma cranico da schiacciamento molto grave, sono arrivate con fratture del cranio diffuse multiple che hanno portato poi a un edema cerebrale. Si è dovuto agire immediatamente in nottata nella sala operatoria di neurochirurgia dove hanno subito gli interventi necessari per decomprimere e assicurare una sopravvivenza. Ora, prima di 72 ore, è impossibile fare una prognosi".
Sul fatto, la polizia ha aperto un'indagine. Non si esclude alcuna ipotesi, la più accreditata è quella di un cedimento strutturale ma per avere la certezza occorrerà portare a termine le verifiche da parte dei vigili del fuoco. Subito dopo il crollo, avvenuto verso le 23, tanta gente si è riversata in strada tra il timore di nuovi crolli e l'apprensione per le persone rimaste coinvolte. Numerosi i mezzi di soccorso fatti confluire sul posto con diverse ambulanze che hanno trasferito i feriti in ospedale.
Secondo alcuni testimoni, il crollo sarebbe avvenuto mentre era in corso un litigio, per futili motivi, tra due nuclei familiari. Non si esclude, ma al momento si tratta solo di un'ipotesi, che il peso concentratosi sul ballatoio possa avere contribuito al cedimento della struttura già fatiscente. Al momento la Procura non si pronuncia sulla circostanza.
"I lavori di messa in sicurezza erano iniziati a inizio anno con il piano seminterrato e il piano terra, con l'eliminazione di grandi accumuli di rifiuti, abbiamo eliminato le parti più fatiscenti, non c'è alcuna relazione tra le attività che si stavano facendo e il crollo avvenuto a quote alte. C'è comunque un'indagine in corso, la Procura nominerà dei periti e valuteranno le motivazioni del crollo". Lo ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, nel corso di una conferenza stampa.
"Il giorno dei funerali sarà proclamato il lutto cittadino", ha detto Manfredi. Per gli evacuati delle Vele, ha aggiunto, "metteremo a disposizione scuole e palestre del territorio opportunamente attrezzate. Poi valuteremo, se c'è necessità di permanenza più lunga, di organizzarci in maniera adeguata".
"In questo momento abbiamo poca acqua, prendete una bottiglietta a famiglia". Questo l'invito di un operatore della protezione civile che ha enormi richieste di bottigliette di acqua sotto i tendoni davanti alla Vela Celeste di Scampia. Tra gli evacuati ci sono molte madri di bimbi piccoli e signore anziane. Uno sguardo collettivo della tragedia che circa 800 abitanti dell'edificio stanno vivendo nel caldo di luglio.
Intanto decine di persone che erano state sistemate sotto alle tende in prossimità della Vela Celeste hanno occupato per protesta alcuni locali della vicina Università Federico II. A farlo sapere sono gli animatori dello storico comitato "Vele di Scampia". Lo stesso che negli anni ha interloquito con le istituzioni per risolvere il problema dei residenti dei palazzoni di Scampia. "Chiediamo soluzioni veloci a questo momento di emergenza e decisioni strutturali per l'annoso problema dei residenti delle Vele. Non possiamo stare per strada. Tra di noi ci sono donne, bambini e invalidi. E per ora stiamo bene dove stiamo", ha dichiarato un portavoce del comitato. Sono 150 gli sfollati che trascorreranno la notte nella sede della Federico II.
La Vela Celeste è una delle ultime rimaste in piedi a Scampia dopo l'abbattimento effettuato in precedenza delle altre Vele deciso per dare una sistemazione più dignitosa ai residenti. Ad aprile è stato annunciato il piano di rigenerazione urbana dell'amministrazione Manfredi relativo alle Vele di Scampia con i lavori di riqualificazione della Vela B (la cosiddetta Vela Celeste), finanziati dal Piano periferie (con un finanziamento di circa 18 milioni di euro). Il progetto prevede per questa Vela la riqualificazione degli spazi comuni, del piano dei garage e dei porticati, dei collegamenti verticali e del rifacimento delle superfici orizzontali di copertura. Un intervento che rappresenta un altro tassello nel mosaico complesso di rigenerazione delle Vele di Scampia, iniziando il recupero dell'unica Vela che resterà in piedi come simbolo del passato, del quartiere e delle battaglie del territorio "per il riscatto che questa comunità ha condotto", come ha annunciato il Comune di Napoli proprio in occasione del varo di questo piano.
Le Vele, sette in tutto, furono costruite tra il 1962 e il 1975 su un progetto dall'architetto Franz Di Salvo. Nel progetto erano previsti anche centri aggregativi e spazi comuni, uno spazio di gioco per bambini e altre attrezzature collettive. Un "nucleo di socializzazione" che non fu mai realizzato contribuendo al fallimento dell'opera come concepita. E negli anni le Vele sono diventate sempre più sinonimo di degrado, di malavita e spaccio di droga. Poi la decisione di rilanciare radicalmente il quartiere con l'abbattimento della gran parte, la riqualificazione di alcune, e la destinazione in una di esse di alcuni corsi di laurea di Medicina.