Nonostante le lamentele dei residenti e le perquisizioni delle forze dell'ordine, sembra quasi impossibile sradicare questo sistema di sfruttamento della prostituzione
Venti euro per un incontro veloce, 50 per una mezz’ora di piacere, 100 per un rapporto completo. E' questo il triste spaccato di via Santa Caterina a Formello, il cosiddetto distretto a luci rosse di Napoli. Le ragazze, per lo più straniere, si affacciano dalle finestre dei "bassi" - piccoli monolocali - in cerca di clienti. Una situazione che si protrae da anni nonostante le continue lamentele dei residenti e le perquisizioni delle forze dell'ordine. A raccontarlo, in un'inchiesta è Il Mattino.
"Rispetto a qualche anno fa è solo cambiata la provenienza delle ragazze: se prima erano tutte e rigorosamente magrebine o africane, oggi sono in maggioranza dominicane e sudamericane", scrive il quotidiano napoletano. "Per il resto, nulla sembra essere cambiato: a cominciare dagli orari e da una “turnazione” che consente a chi muove i fili del mestiere più vecchio del mondo di avvicendare - nell’arco delle 24 ore - anche quattro-cinque donne".
In questo contesto, le forze dell'ordine possono fare ben poco, spesso si limitano a controllare il permesso di soggiorno delle ragazze e verificano che i documenti siano in regola. Il meccanismo che sta sotto questo giro di prostituzione è difficile da scardinare anche perché la decisione di prostituirsi liberamente senza essere costrette non è un reato. E allora si ricorre a diverse piste di indagini: ovvero la destinazione di utilizzo dei "bassi". Spesse volte vengono utilizzati come abitazioni anziché come depositi e i contatti di locazione sono nella maggior parte dei casi risultano falsi nella parte che riguarda la categoria catastale. In questo caso, allora, scattano i sequestri e le perquisizioni, come dimostra un video pubblicato dal Comune di Napoli.