Si tratta del proprietario di una delle tre barche individuate dalle forze dell'ordine. L'amico della vittima: "Contro di noi un bolide, con la prua impennata"
C'è un indagato per omicidio colposo e omissione di soccorso nell'inchiesta sull'incidente costato la vita a Cristina Frazzica, 31enne deceduta dopo essere stata investita mentre era su un kayak nelle acque di Posillipo, a Napoli. Si tratta del proprietario di una delle tre barche individuate dalle forze dell'ordine nell'ambito delle indagini in corso da domenica. L'indagato, un noto avvocato napoletano, è stato sottoposto a interrogatorio: sarebbe colui che ha prestato soccorso al superstite, amico della vittima. L'ipotesi è che, dopo aver causato l'incidente mortale, si sia allontanato - da chiarire se consapevole o meno di quanto accaduto - e solo in seguito sia tornato indietro.
Con lei sulla canoa c'era appunto un amico, Vincenzo Carmine Leone, giovane avvocato penalista, che al Mattino ha raccontato ancora in stato di shock la dinamica dell'incidente. Quel terribile giorno si è scagliato contro di loro "un bolide" che si muoveva ad alta velocità, con la prua "in alto, come se fosse impennata", ha spiegato.
I due ragazzi non hanno avuto il tempo di vedere chi vi fosse al timone o quante persone vi fossero a bordo, hanno cercato di richiamare l'attenzione del guidatore alla meglio senza però alcun esito, e si sono lanciati in acqua quando ormai era troppo tardi. Leone si è salvato cercando di stare più tempo possibile sott'acqua, per la 31enne non c'è stato nulla da fare ed è stata colpita dalle eliche. Una volta riemerso, il giovane ha visto il corpo dell'amica, ma non è riuscito ad aiutarla. Ha così preso il kayak per raggiungere la prima imbarcazione e chiedere aiuto.
La vittima era originaria di Gioia Tauro e viveva a Voghera, nel Pavese. I genitori sono arrivati domenica dalla Lombardia e hanno incontrato gli inquirenti. Sul corpo della giovane verrà disposta l'autopsia. Un esame che consentirà anche di scoprire se Cristina sia morta sul colpo oppure se un soccorso tempestivo avrebbe potuto salvarle la vita. Saranno ora le perizie sui natanti a fornire la conferma sull'identificazione della barca killer, accertamenti che riguarderanno anche il kayak a bordo del quale domenica scorsa Cristina e il suo amico intendevano trascorrere una domenica in serenità nell'incantevole mare di Posillipo.
"L'autorità giudiziaria sta agendo rapidamente e noi speriamo quanto prima che i responsabili siano assicurati alla giustizia". Così il prefetto di Napoli, Michele di Bari, sull'incidente avvenuto a Posillipo domenica. Sul tema della sicurezza in mare il prefetto ha convocato una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica.