Dario Rapino, nella sua lotta solitaria, è riuscito a bloccare l'abbattimento della pianta protetta che il comune di Rosello (Chieti) aveva donato al Vaticano, pur trattandosi di un albero in lista rossa e... in Molise
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"E' salvo". E' arrivato in extremis con le operazioni di taglio già iniziate e bloccate dai carabinieri forestali di Agnone (Isernia) il lieto fine di una vicenda lunga due anni a colpi di carte bollate per salvare l'abete bianco di 30 metri e 200 anni che il comune abruzzese di Rosello (Chieti) aveva promesso a papa Francesco per il Natale in piazza San Pietro. L'albero, una specie residuata dall'ultima glaciazione di cui restano rari esemplari e per questo è nella lista rossa anti-taglio, non aveva le autorizzazioni per "morire". A occuparsi in solitaria della sua sorte l'avvocato ambientalista abruzzese Dario Rapino. Il legale ha tentato il tutto per tutto per salvare questa pianta da lui geolocalizzata in Molise e non in Abruzzo, nell'abetaia di Montecastelbarone.
Il lieto fine in extremis - "Un esemplare di abete (non bianco) è stato messo a disposizione dalla Regione Abruzzo e sarà prelevato dal vivaio di Palena, ossia da un sito di alberi da taglio", ha spiegato Dario Rapino. "La vicenda si conclude con uno storico, emozionante esito - ha commentato a caldo. - Aver salvato un albero così importante per l'intero ecosistema è motivo di grande gioia". Il lieto fine è arrivato improvviso e inaspettato, quando ormai Dario Rapino si era arreso ad assistere al taglio dell'abete bianco. Ma il colonnello dei forestali Gianluca Grossi, comandante provinciale di Isernia, è arrivato a bloccare le operazioni. Le amministrazioni comunali di Rosello e Agnone avevano chiesto, infatti, la sospensione dell'abbattimento in mancanza dell'ok della competente Regione Molise: l'abete, infatti, è una specie sottoposta a stretti vincoli di tipo ambientale.
"E' stata una giornata intensa, faticosa, - ha raccontato Rapino - segnata dall'alternarsi di opposte emozioni. La sorpresa di trovare per strada e casualmente i camion diretti a Montecastelbarone, i momenti difficili vissuti sul posto, accerchiato da ostilità, la tristezza di una sconfitta messa nel conto, la telefonata pervenutami nel corso del viaggio di ritorno che mi annunciava il fermo al taglio, la felicità del momento, nella quale ho rivissuto questi ultimi due anni di una battaglia in perfetta solitudine, il ripensamento raziocinante sul futuro della stessa".
"Un giorno racconterò tutto questo, - assicura - che per me assurge a simbolo di ciò in cui credo: l'uomo come parte dell'ambiente e non come suo padrone. Ringrazio di cuore tutti quelli che mi hanno sostenuto, facendomi sentire meno solo: ciò che ci uccide è la solitudine, non i nemici. Ringrazio in particolare Augusto De Sanctis per il suo intervento tecnico ad adiuvandum e Massimo Pellegrini sulla decisiva "dritta" che ha permesso di raggiungere questo risultato importante".
"Ringrazio - e conclude - gli amici del WWF Frentano, ma li incito a fare di più, perché il peso di questa associazione non è pari al mio. La battaglia per l'abete è ancora lunga, i nostri avversarsi sono forti, potenti, hanno mille conoscenze e mille leve da azionare: ora è il momento di non mollare e di restare vigili".
Tutto era iniziato nel 2020 con l'appello al Papa - Due anni fa, quando fu annunciato questo dono per il Vaticano, Rapino aveva scritto una lettera al Papa. "Della lettera - racconta l'ambientalista - conservo ancora la ricevuta datata 15 settembre 2020. La scrivo appena il sindaco di Rosello ufficializza che per il Natale 2022 il Comune avrebbe donato un abete bianco al Vaticano. Non sapevo ancora quale fosse l'abete, ma ebbi uno scambio di battute con il sindaco poiché gli unici abeti bianchi di Rosello sono quelli della Riserva e non possono essere tagliati. Da qui inizio la ricerca e capisco che, non essendoci abeti bianchi al di fuori della Riserva, il taglio avrebbe riguardato gli esemplari di Montecastelbarone in agro di Agnone. In Molise, quindi".
Il giurista ambientalista ha pensato di sensibilizzare direttamente Papa Francesco che sulla cura del creato ha scritto l'enciclica "Laudato si'". "Gli ho chiesto di intervenire perché non consentisse che un albero secolare venisse sottratto al territorio per tutte le funzione che svolge nell'ecosistema. Ma attendo ancora la risposta".
I precedenti - Non è la prima volta che l'albero di Natale che abbellisce Piazza San Pietro finisce al centro delle polemiche. Nel 1989, con Giovanni Paolo II, si rischiò di non vedere l'albero addobbato per le proteste degli ambientalisti austriaci (da lì doveva arrivare l'abete) e anche durante il pontificato di Joseph Ratzinger, arrivò nel 2006 un appello del Wwf della Calabria, regione quell'anno interessata dal dono natalizio.