Un finanziere: "Ho abbracciato un bambino come fosse mio figlio". Il comandante di un peschereccio: "Almeno si possa dare degna sepoltura"
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Strazianti. Non potrebbero essere differenti i racconti di chi ha raggiunto il luogo del naufragio che ha causato oltre 700 morti nel canale di Sicilia. Racconti strazianti come quello del finanziere Francesco Gallo, che ha avvistato una delle vittime più giovani, un ragazzino di 10 anni. "Quando l'ho visto ho pregato fosse vivo - ha raccontato - l'ho stretto tra le braccia come fosse mio figlio". E poi c'è l'orrore visto da Vincenzo Bonomo, comandante di un peschereccio. "Uno scenario infernale, c'erano cadaveri ovunque" ricorda pensando a quando è giunto sul punto in cui si è inabissato il barcone. "Ci sono venute le lacrime agli occhi, pensando a quanti erano già finiti laggiù". E dichiara: "Oggi sarei soddisfatto di poter portare a terra anche solo una salma per poter regalare una degna sepoltura". L'unica "speranza" che rimane oggi. Oltre a quella, ovviamente, che certe sciagure non capitino più. La sfida più grande di tutte.