© Ansa
© Ansa
Gli stranieri sono stati trasferiti dal Cpr di Brindisi a quello di Gjader. Il decreto del 28 marzo consente il trasferimento non più solo dei richiedenti asilo intercettati in mare, ma anche degli irregolari interessati da decreto di espulsione
© Ansa
© Ansa
È arrivata nel porto di Shengjin la nave Libra della Marina militare partita da Brindisi con a bordo 40 migranti diretti a Gjader, il centro di permanenza e rimpatrio allestito in Albania dal governo italiano. Si tratta di cittadini di diversa nazionalità che nei giorni scorsi sono giunti nel Cpr di Brindisi. La decisione è arrivata dopo l'approvazione del decreto del 28 marzo che consente il trasferimento non più solo dei richiedenti asilo intercettati in mare, ma anche degli irregolari cui il questore ha consegnato il decreto di espulsione.
I 40 migranti hanno lasciato il Cpr di Brindisi imbarcandosi sulla nave Libra, per quello che potrebbe essere l'ultimo impiego sotto bandiera italiana dell'imbarcazione che tra qualche mese sarà donata proprio alla flotta albanese.
Per la quarta volta, dunque, il governo italiano prova a trasferire i migranti sull'altra sponda dell'Adriatico. Stavolta, però, non dovrebbero esserci particolari sorprese grazie al decreto del 28 marzo. I dubbi tuttavia non mancano. "Riscontriamo una grande opacità", ha detto Francesco Ferri, attivista di ActionAid e membro del tavolo Asilo e Immigrazione che ha visitato il centro. "Abbiamo l'impressione che con il cambio di destinatari di questa struttura, il livello di opacità sia ulteriormente aumentato, segno di difficoltà da parte del governo".
Dall'altro lato dell'Adriatico arriva anche l'eco delle conclusioni della Corte di giustizia europea sul protocollo Italia-Albania pubblicate proprio alla vigilia dell'ennesimo trasferimento. "Uno Stato membro - scrive l'avvocato generale della Corte, Richard de la Tour - può designare Paesi d'origine sicuri mediante atto legislativo", come ha fatto l'Italia. Ma c'è un "ma", ed è anche piuttosto importante. Lo Stato in questione, infatti, deve anche "divulgare, a fini di controllo giurisdizionale, le fonti d'informazione su cui si fonda la designazione", sulla quale resta immutato il diritto dei giudici di verificarne la legittimità. Un parere, quello dell'avvocato, che non è comunque vincolante mentre Bruxelles attende la sentenza della Corte, prevista tra fine maggio e inizio giugno.
Il centro migranti di Gjader appare come un gigantesco blocco di cemento immerso nelle campagne della periferia albanese, tra qualche sparuta fattoria e un paio di cave. L'area di accoglienza può contenere al momento 48 persone, ma "che diventeranno 144", come ribadito dal direttore centrale dell'Immigrazione e della Polizia delle frontiere, Claudio Galzerano, in audizione in Commissione Affari costituzionali. "Se i Cpr funzionano, poter contare su dei posti suppletivi per effettuare l'attività di riconoscimento consolare in preparazione dell'attività di rimpatrio diventa fondamentale. Il vantaggio è avere un 15% di posti in più rispetto alla platea di cui disponiamo e quindi facilitare il numero dei rimpatri".