Sono entrambe nigeriane e detenute presso il carcere di Rebibbia in attesa della convalida. A contattarle sarebbe stata la mamma del piccolo che è indagata, in stato di libertà, per concorso in omicidio preterintenzionale
I carabinieri hanno fermato due donne nell'ambito delle indagini sul neonato morto a causa di una circoncisione effettuata in casa a Roma. Le due, di origine nigeriana, sono accusate di omicidio preterintenzionale aggravato ed esercizio abusivo di una professione. Anche la madre del bambino è indagata, in stato di libertà, per concorso in omicidio preterintenzionale.
La donne contattate dalla madre - Le indagini dei carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Velletri, ha consentito di raccogliere gravi indizi sul coinvolgimento delle due donne: la madre del neonato avrebbe chiesto a una di loro di contattare l'amica per eseguire la circoncisione al figlio presso la propria abitazione di Montecompatri. Le due sono detenute presso il carcere di Rebibbia in attesa della convalida.
Trovati medicinali e soldi - Sono stati sequestrati i cellulari delle due donne e della madre del neonato e, presso l'abitazione di una delle due fermate, la somma di euro 4.240, ritenuta provento dell'esercizio abusivo della professione, numerose siringhe e medicinali vari.
Il giorno della circoncisione - La mattina del 24 marzo scorso la mamma, 33enne, era scesa in strada per chiedere aiuto ai carabinieri che stavano svolgendo una attività di controllo in strada. Il piccolo sanguinava e la situazione agli uomini dell'Arma della Compagnia di Frascati è apparsa subito gravissima. La corsa in ospedale a bordo di una ambulanza del 118, allertato dalla donna alcuni istanti prima, è infatti risultata vana. Il bimbo è morto a causa di una violenta emorragia. I medici del pronto soccorso del policlinico di Tor Vergata non hanno potuto fare altre costatarne il decesso.