Nel mirino in particolare accertamenti su alcuni ricorsi respinti dalla magistratura di sorveglianza in cui si lamentano condizioni igieniche precarie nelle celle
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Il Garante dei detenuti interviene su alcune denunce che segnalano scarse condizioni igieniche e assenza di acqua calda in carcere. Saranno avviati accertamenti su alcune risposte della magistratura di sorveglianza, che hanno rigettato ricorsi per liberazione anticipata, sconto o risarcimento danni presentati da vari detenuti nell'istituto di pena di Sollicciano a Firenze, proprio a causa delle condizioni degradate della struttura. Il Garante si sofferma sull'ordinanza in cui viene rigettato uno dei ricorsi presentato da un detenuto in cui si legge: "Con riferimento alla mancanza di acqua calda nel lavandino che si trova all'interno delle camere detentive, ritene questo magistrato che l'acqua calda in cella non sia un diritto essenziale garantito al detenuto, ma una fornitura che si può pretendere solo in strutture alberghiere".
Il Garante ha fatto sapere che avvierà accertamenti anche su un'altra ordinanza del giudice di sorveglianza (data omessa per motivi di privacy) in cui il magistrato rigetta la richiesta di liberazione anticipata di un detenuto della casa circondariale di Firenze, che in passato aveva tentato il suicidio. La motivazione sarebbe che "il tentativo di togliersi la vita mediante impiccagione è incompatibile con il presupposto della liberazione anticipata, che è la partecipazione all'opera educativa".
Sono centinaia i ricordi presentati dai detenuti nella casa circondariale di Firenze: in essi si parla di condizioni inaccettabili, in seguito alle quali vengono chiesti sconti di pena, e alcune di queste domande sono state accolte proprio perché ne sono state riconosciute le motivazioni ai sensi dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, che vieta il "trattamento inumano e degradante".
Proprio il 5 luglio c'era stata una rivolta nel carcere di Sollicciano, seguita da quelle negli istituti di Viterbo, Trento, Vercelli e Brissogne: quattro proteste violente nell'ultima settimana, con materassi bruciati, devastazioni e alcuni agenti feriti.
A Trieste il giorno successivo alla rivolta un detenuto è morto per overdose, dopo il saccheggio dell'infermeria, dalla quale erano stati portati via grossi quantitativi di metadone. Il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, ha invece annunciato il 58esimo suicidio di un recluso nel carcere di Verona, il sesto in un anno nello stesso penitenziario, che al momento in questo senso detiene il record negativo tra gli istituti italiani. "E' un'ecatombe senza interruzione - commenta il sindacalista -. Ormai siamo destinati ad assistere inermi a morte e violenze".