rifiutata dagli altri ospedali

Obesa e con un tumore all'utero, nessun ospedale la opera: salvata a Napoli

L'odissea di un'infermiera beneventana, rifiutata da tutti gli ospedali perché nessun letto poteva sostenere il suo peso. L'intervento al Pascale

11 Set 2023 - 13:23
 © IPA

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Per un anno ha cercato in tutti i modi un ospedale che la operasse. È la vicenda di un'infermiera beneventana di 47 anni che aveva scoperto di avere un tumore all'endometrio con utero fortemente emorragico, diventato grosso di 20 centimetri e del peso di un chilo e mezzo. Alla diagnosi già molto seria si è aggiunta l’obesità severa, una sindrome metabolica, una pregressa trombosi venosa profonda e una embolia polmonare bilaterale massiva.

Rifiutata da tutti gli ospedali

 Per questa ragione la donna ha dovuto fare i conti con una sanità impreparata ad assisterla. Per un anno ha girato diversi ospedali tra il Molise, dove lavora insieme con il marito che è uno strumentista di sala operatoria, Roma e Milano. La soluzione è arrivata dall'ospedale Pascale di Napoli che grazie alla sinergia tra le diverse equipe e il robot da Vinci, l'ha aiutata a uscire dall'incubo. Per operarla il team dell'ospedale partenopeo ha dovuto fare ricorso a speciali sistemi di supporto e di lavoro, contando soprattutto su una perfetta sinergia tra i chirurghi, l'equipe anestesiologica, il personale della sala operatoria. Il rischio più serio era proprio quello anestesiologico.

L'intervento

 C'è voluta quasi un'ora per posizionare la donna, oltre 172 chili, su un letto operatorio non conforme al suo peso e che ha necessitato quindi di supporti speciali. Alla paziente è stata asportato un utero di 20 centimetri e del peso di oltre un chilo, oltre alle ovaie, intervento ritenuto dalle altre strutture, a cui la donna si era rivolta, non fattibile per l'habitus e le sue altre copatologie e che avevano proposto come unica terapia la Radio, cura che avrebbe tenuto sotto controllo il tumore, ma non debellato. "Siamo innanzitutto felici - dice il direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi - che la paziente abbia potuto risolvere il suo problema di salute, e di aver potuto contribuire a questo, come Istituto e come equipe. Per il team di Vito Chiantera e, ovviamente, per il Pascale si tratta di un ulteriore successo. Grazie a questa squadra di professionisti nelle competenze specialistiche e nelle sensibilità umane".

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