Nel 2019 quasi una famiglia su due con bimbi fino a tre anni ha dovuto ricorrere a nidi privati e baby sitter
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L’Italia è uno dei Paesi al mondo con il tasso di natalità più basso e tra le possibili cause di questa situazione ci sono anche ragioni di natura economica; avere un figlio costa e non sempre le famiglie riescono a sostenere tali spese. Un dato confermato anche dall’indagine realizzata per Facile.it da mUp Research e Norstat: nel corso degli ultimi 3 anni, circa 210.000 famiglie, ovvero il 13,3% del campione analizzato, hanno chiesto un prestito per sostenere i costi legati alla gravidanza o al primo anno di vita del bambino.
Fra gravidanza e primo anno di vita, per il primo figlio si spendono, in media, circa 7.000 euro. Passato questo periodo il quadro non cambia, anzi, con il cumulo delle spese legate al nido privato o alla babysitter, sono ancora più numerosi i genitori costretti a fare affidamento a terzi per far quadrare il bilancio.
Secondo quanto emerso dall’indagine, realizzata su un campione rappresentativo della popolazione italiana con figli di età compresa fra 0 e 3 anni, per le sole spese ordinarie legate ai 9 mesi di gravidanza, includendo quindi, ad esempio, visite mediche, analisi, farmaci, abbigliamento, culla e tutto il necessario in vista dell’arrivo del bebè, in media si spendono 3.411 euro per il primo il primo figlio e 2.754 euro dal secondo in poi. La prima gravidanza, insomma, pare costare il 24% in più. Importi sufficienti a mettere in difficoltà molte famiglie se si considera che per il 52,6% dei risparmi e contributi statali non sono sufficienti e pertanto si ricorre all’aiuto di terzi: nella maggior parte dei casi sono stati i nonni a saldare il conto (43,5%), ma sono molte, circa 125.000, le famiglie che hanno dovuto chiedere un prestito già durante i 9 mesi prima del parto.
In particolare, nel 5,2% dei casi il prestito è stato chiesto a un familiare, mentre nel 3,4% a una società di credito. A livello territoriale, la tendenza a chiedere un prestito è maggiore nelle regioni meridionali, più bassa tra le famiglie del Nord Est.
E la platea di chi ha fatto ricorso ad un finanziamento diventa ben più ampia se, oltre a quelle ordinarie, si considerano anche le spese straordinarie e importanti che spesso si affrontano in vista dell’arrivo del figlio; la più ricorrente è l’acquisto di un'auto più grande (22,3%), ma c’è anche chi ha dovuto ristrutturare casa (12,4%), chi ne ha comprata (9,3%) o affittata (7,4%) una più spaziosa e comoda.
Il primo anno di vita del bebè - Continuando a leggere i dati dell’indagine, si scopre che durante il primo anno di vita del bebè i costi sono addirittura più alti e tra pannolini, pappe, vestitini, visite e altri beni, il conto totale arriva, in media, a 3.577 euro per il primo figlio (poco meno, 2.811 euro, dal secondo in poi). Ancora una volta, spesso sono stati i nonni o i familiari stretti a sostenere le ulteriori spese di tasca propria (29,1%), mentre sono circa 155.000 le famiglie che hanno chiesto un prestito (9,8%), suddivise tra coloro che si sono rivolte ad un familiare (6,2%) o a una società di credito (4,6%).
In questo caso si fa maggiore ricorso al prestito nelle regioni del Centro Italia e, ancora, al Sud; diminuiscono, invece, coloro che sostengono spese straordinarie dopo l’arrivo del figlio: solo il 16% ha cambiato l’auto, il 10,1% ha ristrutturato casa o, l’8,7%, ne ha acquistata una.
L'emergenza italiana sugli asili nido - Se già nel biennio 2016 – 2017 l'Istat evidenziava come i posti disponibili negli asili nido fossero sufficienti solo per coprire il meno del 25% del potenziale bacino d’utenza, l’indagine condotta da mUp Research e Norstat ha concluso che nel 2019 meno di 1 famiglia su 3 ha avuto accesso ad una struttura pubblica. Per ovviare a ciò, circa il 40% delle famiglie ha fatto ricorso ad una soluzione a pagamento; il 31,7% ha iscritto il figlio ad un nido privato, il 12,5% ha scelto una babysitter per accudire i piccoli in assenza dei genitori. Considerevoli i costi: per il nido privato nel 2019 gli italiani hanno speso, in media, 531 euro al mese. Gli importi variano sensibilmente da regione a rgione, in una forbice compresa tra i 639 euro mensili rilevati nel Nord Ovest e i 430 euro/mese al Sud.
Per far fronte a queste spese l’8,5% degli intervistati, pari ad oltre 41mila famiglie, ha chiesto un prestito a familiari o società di credito; percentuale che raggiunge il 15% nelle regioni del Nord ovest, dove i costi sono nettamente più alti. Di poco inferiore la spesa affrontata da chi ha scelto la babysitter; nel 2019 le famiglie italiane che hanno utilizzato questo servizio hanno pagato, in media, 464 euro al mese.