5 agosto 1989

Omicidio Agostino, confermata la condanna all'ergastolo per il boss Gaetano Scotto

Il padre del poliziotto non si era più tagliato la barba dal giorno dell'omicidio in attesa che fosse fatta giustizia, diventando un simbolo della lotta alla mafia

08 Ott 2024 - 14:03
Il poliziotto Nino Agostino e la moglie Ida Castelluccio, uccisi il 5 agosto 1989 © Ansa

Il poliziotto Nino Agostino e la moglie Ida Castelluccio, uccisi il 5 agosto 1989 © Ansa

È stata confermata la condanna all'ergastolo nei confronti del boss Gaetano Scotto per il duplice omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, in un agguato mafioso avvenuto il 5 agosto del 1989, a Villagrazia di Carini (Palermo). Per lo stesso reato con rito abbreviato era già stato condannato all'ergastolo il boss Nino Madonia. Assolto, invece, l'altro imputato, Francesco Paolo Rizzuto, che era amico dell'agente ed era accusato di favoreggiamento aggravato.

La sentenza è stata pronunciata nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo. Il processo è stato celebrato con il rito ordinario.  L'accusa aveva chiesto al termine della requisitoria la condanna all'ergastolo per Scotto e l'assoluzione per Rizzuto. In aula erano presenti i parenti delle vittime, tra cui la sorella di Nino, Flora, e suo figlio Nino Morana.

La corte di assise ha inoltre deciso l'interdizione dai pubblici uffici per Scotto e la condanna, oltre al risarcimento alle parti civili, di una  provvisionale in favore dei familiari di Nino Agostino e Ida Castelluccio. In aula l'abbraccio e le lacrime dell'avvocato difensore Fabio Repici con don Ciotti, e i parenti del poliziotto.

Per il duplice omicidio, la corte d'assise d'appello di Palermo nel 2023 aveva confermato la condanna all'ergastolo del boss mafioso palermitano Antonino Madonia. I giudici, in parziale riforma del primo verdetto, emesso in abbreviato, avevano escluso la circostanza aggravante della premeditazione nell'assassinio della donna. Il delitto era rimasto impunito per 32 anni.

Dopo una lunga indagine a carico di Madonia, del boss Gaetano Scotto e di Francesco Paolo Rizzuto, la Procura di Palermo aveva chiesto l'archiviazione ritenendo che non ci fossero elementi idonei ad andare a processo. L'inchiesta è stata avocata dalla Procura generale che è giunta a conclusioni differenti e ha chiesto il rinvio a giudizio dei tre imputati. Madonia aveva scelto l'abbreviato.

Agostino, agente di polizia formalmente assegnato alle Volanti, collaborava con i Servizi Segreti alle indagini per la cattura dei grandi latitanti di mafia. Insieme a Emanuele Piazza, anche lui assassinato, Giovanni Aiello, morto d'infarto 4 anni fa, Guido Paolilli, agente di polizia e ad altri componenti allora di vertice dei Servizi di sicurezza, avrebbe fatto parte di una struttura di intelligence che teneva rapporti con alcuni esponenti di Cosa nostra.

La barba di Vincenzo Agostino, simbolo della lotta alla mafia

 Il padre di Nino Agostino, Vincenzo, non si tagliava la barba dal 5 agosto 1989, giorno del delitto, e aveva giurato di non farlo finché per l'omicidio del figlio non fosse stata fatta giustizia. Vincenzo Agostino, però, quella giustizia non è riuscito a vederla: è morto ad aprile all'età di 87 anni. E lo scorso anno, dopo la condanna del boss Madonia, aveva detto che si stava "avvicinando il giorno in cui potrà tagliare la barba".

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