La testimonianza anonima a "Controcorrente": "Non credo andrò più allo stadio"
È ancora tanto lo sconcerto tra i tifosi dell'Inter per quanto accaduto a San Siro, sabato 29 ottobre. I capi ultrà hanno ordinato lo sgombero della curva nord nero azzurra in seguito all'omicidio del loro storico leader Vittorio Boiocchi. Il 69enne con alle spalle più di dieci condanne, 26 anni di carcere e imputazioni per rapina, sequestro, estorsione, traffico di stupefacenti e associazione a delinquere. "Dei ragazzi hanno cominciato a dire uscite, non si vede la partita", ha dichiarato in forma anonima un tifoso ai microfoni di "Controcorrente".
"A me hanno detto se non esci verrai picchiato, se fossimo rimasti lì le avremmo prese sicuramente. Qualcuno ha preso qualche ceffone", continua il testimone nell'intervista telefonica. L'uomo descrive alcune scene e dichiara di aver assistito a diverse minacce nei confronti di altri presenti allo stadio. "Avevo la speranza che l'Inter fosse immune ad avvenimenti del genere, ma in verità pare di no", dichiara invece un altro tifoso.
"Sono il primo a pensare che non andrà più allo stadio - continua il testimone anonimo - magari esaurito l'abbonamento, l'anno prossimo lo farò altrove. La Digos in borghese c'è, però non possono intervenire pensa cosa accadrebbe se intervenissero, non sono cento persone la curva è molto grande", conclude.
Vittorio Boiocchi è stato ucciso per strada mentre tornava a casa. È stato colpito da più colpi di arma da fuoco mentre era in via Fratelli Zanzottera, alla periferia della città di Milano, nel quartiere Figino. I colpi lo hanno raggiunto al collo e al torace. L'allarme è stato dato da alcuni passanti. Trasportato in condizioni disperate all'ospedale San Carlo, è deceduto in Pronto soccorso. Boiocchi aveva trascorso oltre 26 anni in carcere, l'ultima volta era stato arrestato nel 2021 dalla Squadra mobile che ora indaga sul suo omicidio. Si vantava di guadagnare fino a 80mila euro al mese grazie ai suoi affari: dalla gestione dei parcheggi di San Siro ai biglietti della Curva Nord. Il suo "business" comprendeva anche l'importazione di ingenti quantitativi di cocaina dalla Colombia.