All’indomani della sentenza di primo grado, Gianluigi Nuzzi raccoglie in esclusiva per "Quarto Grado" le parole del padre della giovane uccisa dall’ex fidanzato
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All'indomani della condannato all'ergastolo di Filippo Turetta per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, uccisa l'11 novembre 2023 con 75 coltellate, il padre della ragazza apre alla possibilità di un confronto in futuro il giovane. "Ci dovrebbe essere un perdono sincero e un percorso riabilitativo di un certo tipo, però sì, non escludo in futuro di incontrarlo", afferma l'uomo, intervistato in esclusiva da Gianluigi Nuzzi per "Quarto Grado".
"Filippo dovrebbe aiutare a capire il fenomeno, quello sarebbe un contributo", sottolinea Gino Cecchettin, criticando - come l'altra figlia Elena - la decisione della Corte di non riconoscere l'aggravante dello stalking a Turetta. "Noi non possiamo sapere che cosa ha attraversato Giulia. Magari quando vedeva Filippo tranquillo non aveva paura, mentre quando le mandava migliaia di messaggi si preoccupava. Sicuramente, una pressione sia sui social sia di presenza è da considerarsi stalking".
L'uomo esprime poi il proprio disgusto riguardo alla discussione del risarcimento economico durante il processo: "Ho iniziato a sentirmi male dal momento in cui ho sentito venir paragonata Giulia a delle cifre, come se tutto fosse quantificabile in questa vita. Non c'è cifra che possa riparare l'affetto mancato di una figlia".
Nonostante il dolore, ora è tempo di provare a ricominciare, sempre nella stessa abitazione: "La casa è intrisa di ricordi e per questo ancor più di valore. Cercherò anche di non cambiare l'arredamento perché so che su questi mobili Giulia e Monica (la moglie, venuta a mancare nel 2022 a causa di un tumore, ndr) ci hanno messo mano e cura. È un po' vuota, quello sì".