LA SCHEDA

Omicidio Meredith, il delitto di Perugia: cosa è successo

La sera del 1° novembre 2007 la studentessa inglese fu trovata morta nella casa in cui viveva in via della Pergola. L'unico condannato è stato Rudy Guede 

05 Giu 2024 - 12:18
 © dal-web

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L'omicidio di Meredith Kercher, conosciuto alle cronache come il delitto di Perugia o il delitto di Via della Pergola, fu commesso a Perugia la sera del 1º novembre 2007.

La vicenda

 Meredith Kercher era una studentessa inglese di 21 anni, originaria di Southwark, nel Regno Unito, che si trovava in Italia nell'ambito del progetto Erasmus presso l'Università di Perugia. La giovane venne trovata morta con la gola tagliata nella propria camera da letto all'interno dell'appartamento di via della Pergola che condivideva con altre tre ragazze, una americana e due italiane, quella notte assenti. Dal primo esame dell'autopsia, il patologo Luca Lalli stabilì che la morte era "intervenuta a distanza di non più di 2-3 ore dall'ultimo pasto", a causa dell'emorragia carotidea o del successivo soffocamento causato dal sangue, il tutto in seguito a circa 47 ferite tra cui 10 coltellate subite. 

L'omicidio fu scoperto il 2 novembre dopo che una donna, che abitava nelle vicinanze, consegnò alla polizia due cellulari trovati nel giardino di sua proprietà. Le informazioni ricavate da uno dei due cellulari indirizzarono gli agenti verso la casa della studentessa inglese, dove si recarono per riconsegnarli alla proprietaria, Meredith Kercher. Al loro arrivo i poliziotti trovarono all'esterno della casa, seduti su una staccionata, Amanda Knox, coinquilina americana di Meredith, e il suo amico italiano, Raffaele Sollecito, con il quale la giovane aveva iniziato una relazione sei giorni prima.

I due dichiararono di essere in attesa dell'arrivo dei carabinieri chiamati da Raffaele Sollecito e raccontarono di aver trovato il vetro di una finestra rotto e la porta di casa aperta, sospettando un furto. Durante l'ispezione, arrivarono in via della Pergola anche le altre due coinquiline di Meredith allertate telefonicamente dalla Knox. Quando entrarono, gli agenti trovarono chiusa la porta della stanza della studentessa inglese. Dopo averla sfondata, si accorsero che la giovane era stata sgozzata e coperta con un piumone. 

Le indagini e i processi

 Il processo ha avuto un iter giudiziario particolarmente travagliato. Nel mirino degli investigatori finiscono la coinquilina statunitense Amanda Marie Knox, di Seattle, e il fidanzato Raffaele Sollecito, nato e cresciuto a Giovinazzo (Bari), laureando in ingegneria informatica. A pochi giorni dall'apertura del caso in tribunale e successivamente all'arresto dei due fidanzati, viene chiamato in causa anche Rudy Hermann Guede, al quale si contesta, in aggiunta, il reato di violenza sessuale. I tre vengono accusati di concorso in omicidio e condannati, in primo grado, rispettivamente a 26, 25 e 30 anni di detenzione.

Ma mentre per la Knox e Sollecito, al termine del processo bis, giungerà l'assoluzione definitiva della Corte Suprema di Cassazione, Guede resterà in carcere con pena ridotta a 16 anni per concorso in omicidio con ignoti. 

Nel caso venne inizialmente coinvolto anche Patrick Dija Lumumba, proprietario del locale dove lavorava Amanda: secondo dichiarazioni di quest'ultima, l'uomo si sarebbe trovato nel luogo del delitto la sera dell'omicidio. Le accuse si sono successivamente rivelate infondate e la testimonianza inattendibile.

 Il caso della morte di Meredith Kercher è finito anche davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo ed è ricordato anche a livello internazionale per la grande risonanza mediatica.

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