In cella dal 17 luglio

Omicidio Pierina Paganelli, gip rigetta la scarcerazione di Louis Dassilva

L'unico indagato per l'assassinio avvenuto a Rimini potrebbe nelle prossime settimane essere rinviato a giudizio

14 Apr 2025 - 20:16

Il gip del tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, ha rigettato la richiesta di scarcerazione per Louis Dassilva, il cittadino senegalese arrestato il 17 luglio con l'accusa di aver ucciso Pierina Paganelli, di 78 anni, sotto i garage condominiali di un comprensorio immobiliare nel comune di Rimini. Sono comunque settimane decisive per Dassilva che è l'unico indagato con l'accusa di omicidio. L'ultima udienza di incidente probatorio è prevista per il 28 aprile, quando il perito del giudice Cantarini risponderà al quesito sulla cam3, la telecamera della farmacia e sul colore della pelle del soggetto che passa la notte dell'omicidio.

Il processo potrebbe iniziare a settembre

 Poi le indagini si avvieranno alla chiusura e per il 16 luglio di quest'anno, quando scadrà la carcerazione preventiva ci sarà richiesta e rinvio a giudizio. Ipoteticamente, il processo in Corte d'Assise potrebbe iniziare alla fine di settembre. 

I punti fondamentali in mano all'accusa

 Per gli inquirenti Dassilva avrebbe mentito su cosa ha fatto la mattina del 4 ottobre 2023, giorno del ritrovamento del cadavere di Pierina Paganelli, quando dice di averne toccato il corpo. Per la Procura, Dassilva era preoccupato che la scientifica trovasse il suo dna sulla scena del crimine e per tale motivo avrebbe coinvolto la ex la mattina del ritrovamento. La nuora di Pierina, Manuela Bianchi avrebbe potuto testimoniare che Dassilva era accorso sul luogo del delitto. Non solo, è lo stesso Dassilva che racconta agli inquirenti di aver toccato il corpo per capire se fosse o meno senza vita. Il 35enne dice che tocca il collo a destra della povera vittima ma le prove scientifiche avrebbero dimostrato che quanto da lui sostenuto in interrogatorio non era possibile perché si sarebbe sporcato di sangue.

Inoltre nessuno dei testimoni presenti quella mattina sulla scena l'avevano visto farlo. Ma nella logica accusatoria era un modo per difendersi da eventuali tracce di dna. Tanto che quando la moglie Valeria Bartolucci in carcere gli riferisce che non ci sono tracce genetiche - sempre per la Procura - la sua sorpresa è palese. "Il tuo dna non c'è hanno detto in tv", dice la Bartolucci al marito in carcere. E lui risponde "Davvero?", facendosi il segno della croce e portandosi le mani al volto. Ma per il pm Paci e squadra mobile, Dassilva avrebbe mentito dicendo di non aver lasciato via Del Ciclamino dopo il ritrovamento del cadavere in garage, mentre c'è una testimone che alla polizia l'ha visto in auto. 

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