L'avrebbe uccisa davanti alla famiglia; nessuno l'ha fermato. L'arresto di altri due uomini non è connesso al delitto della giovane pachistana residente a Brescia
Sempre più chiari i contorni del delitto di Sana Cheema: nelle scorse ore il padre ha indicato agli inquirenti dove si trova la sciarpa usata per ucciderla. La ragazza, cittadina italiana ma figlia di genitori pachistani, è morta il 18 aprile scorso e la polizia del posto ha avuto presto il dubbio che si trattasse di omicidio. La 25enne infatti è stata strangolata dal genitore, con l'aiuto del figlio. Ora entrambi si trovano in prigione in Pakistan, mentre la madre e due zii sarebbero indagati.
E' stata strangolata Probabilmente erano tutti presenti, anche la madre, mentre Sana veniva strangolata con una sciarpa dal padre, Mustafa Ghulam. L'altro figlio l'avrebbe aiutato a compiere quel barbaro gesto. Uno zio e una zia, oltre alla madre, sono invece indagati perché - secondo gli inquirenti - avrebbero assistito senza fare nulla. Lo stesso Mustafa Ghulam ha spiegato alle forze dell'ordine dove si trovava l'arma del delitto. Fonti locali aggiungono che i due uomini arrestati lunedì all'aeroporto di Islamabaad sono invece coinvolti in un altro caso di femminicidio, ai danni di una ragazza con lo stesso nome.
La finta morte naturale Per ingannare gli inquirenti, la famiglia aveva finto la morte naturale di Sana. E l'aveva addirittura seppellita senza autorizzazione. Ma a Brescia, città dove la ragazza risiedeva, i dubbi sono sorti immediatamente. E la polizia pachistana è stata d'accordo.