Sul delitto di via Poma saranno ascoltati l'ex questore di Roma e un ex 007 imparentato con l'allora capo della polizia
27 aprile - Colpo di scena al processo sul delitto di via Poma. Raniero Busco, condannato in primo grado a 24 anni per l'omicidio di Simonetta Cesaroni, all'epoca dei fatti sua fidanzata, viene assolto in Appello per non aver commesso il fatto. Il 18 ottobre il procuratore generale Alberto Cozzella presenta in Cassazione il ricorso contro la sentenza di assoluzione. Simonetta Cesaroni, 21 anni, viene uccisa con 29 colpi di tagliacarte negli uffici sede degli ostelli della gioventu' di via Poma, a Roma, il 7 agosto del 1990. Dopo 22 anni l'omicidio resta ancora un mistero. © Ansa
Il gip di Roma Giulia Arcieri ha rigettato la richiesta di archiviazione sull'omicidio di Simonetta Cesaroni e ha disposto nuove indagini indicando ai pm di approfondire il ruolo dei servizi segreti sul caso di via Poma irrisolto da 34 anni. La nuova inchiesta parte da un esposto dell'avvocato Claudio Strata che, secondo alcune indiscrezioni raccolte in Procura, avrebbe avuto una segnalazione da un generale del Sisde in pensione.
Nell'appartamento in cui fu uccisa Simonetta Cesaroni il 7 agosto 1990, secondo il gip di Roma, ci sarebbero stati documenti riservati dei servizi segreti. In particolare, secondo il giornale, la gip chiede ai pm che venga fatta piena luce sugli 007, sulle inchieste passate e anche sul celebre colpo di Massimo Carminati al caveau della cittadella giudiziaria del 1999. Tante le persone che la procura dovrà sentire, vecchi protagonisti e altri mai ascoltati prima. Tra questi anche Carmine Belfiore, ex questore di Roma e numero due della polizia, e Sergio Costa, ex 007 e genero dell'allora capo della polizia Vincenzo Parisi. In Procura dovranno sfilare anche tutti i colleghi e i datori di lavoro della vittima. "Sono contento che la procura stia indagando sulla pista segnalata dal mio legale - dichiara all'agenzia di stampa LaPresse Mario Vanacore, il figlio di Pietrino, portiere dello stabile in cui Simonetta è stata uccisa con 29 colpi di tagliacarte. - Il risultato dell'indagine difensiva svolta dal mio legale è stata presentata in Procura con un esposto mesi fa, che porta ai servizi e al nome di Sergio Costa".
Le ipotesi su un coinvolgimento dei servizi segreti, sono state alimentate dalla natura misteriosa del caso, dalla lentezza delle indagini e da alcune circostanze che sembravano sfuggire a una spiegazione lineare. Proprio la gestione iniziale delle indagini ha sollevato molte critiche secondo cui le forze dell'ordine non avrebbero dato priorità a indizi cruciali, e alcune piste importanti sarebbero state ignorate per molto tempo. In particolare, alcuni campioni di sangue non sono stati prontamente confrontati con il profilo di altre persone coinvolte, così come le impronte digitali trovate nell'appartamento che, secondo alcuni resoconti apparterrebbero a una persona mai identificata. La scena del crimine, inoltre, non sarebbe stata preservata in modo adeguato e perciò più volte inquinata. Questo ha portato a sospetti su possibili interferenze esterne, tra cui quella dei servizi segreti, che avrebbero potuto rallentare l'indagine per motivi non chiari. Altre ipotesi sostengono che l'omicidio di Simonetta Cesaroni sarebbe stato un "incidente collaterale" in una vicenda più grande, legata a operazioni sotto copertura o a lottizzazioni politiche che coinvolgevano forze governative o apparati statali. Alcuni reperti cruciali sono andati perduti nel corso degli anni, complicando ulteriormente le indagini. Tra questi, i documenti che attestavano le presenze dei colleghi di Simonetta Cesaroni negli uffici dell'Associazione Italiana Alberghi della Gioventù nei mesi di giugno, luglio e agosto 1990. Questi documenti sono riemersi solo recentemente, trovati dalla famiglia Cesaroni tra le carte del padre della vittima