"I grandi centri urbani - osserva Legambiente - sono l'ambito più a rischio per le conseguenze dei cambiamenti climatici. Servono nuove politiche e risorse per l'adattamento a un clima che cambia"
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Tra il 2005 e il 2016 in 23 città italiane sono morte 23.880 persone a causa delle ondate di calore. Soltanto a Roma, dal 2000, sono circa 7.700 le morti attribuibili alle temperature torride. Il dato emerge dall'analisi del Dipartimento di Epidemiologia del Sistema sanitario della Regione Lazio, presentata da Legambiente.
"I grandi centri urbani - osserva Legambiente - sono l'ambito più a rischio per le conseguenze dei cambiamenti climatici. Ed è per questo che è fondamentale portare avanti e definire politiche di adattamento al clima. Servono nuove politiche e risorse per l'adattamento a un clima che cambia".
"Le ondate di calore - spiega l'associazione - possono avere effetti nocivi per la salute, soprattutto per gli anziani e gli ammalati, quando le temperature diurne superano i 35 gradi e quelle notturne non scendono sotto i 25. Nelle aree urbane il caldo oltretutto aumenta per l'effetto di asfalto, auto e sistemi di condizionamento e può arrivare ad aumentare la temperatura anche di 4-5 gradi".
"Se vogliamo ridurre i pericoli per le persone e prevenire anche le ondate di calore - dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente - servono nuove politiche per le città, risorse e un coordinamento nazionale per aiutare i sindaci di fronte a fenomeni di una portata senza precedenti. Al governo chiediamo di approvare quanto prima il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici e di mettere al centro gli interventi che riguardano le città".