La lombarda Humanitas e la marchigiana Azienda Ospedaliero Universitaria al top della classifica per una valutazione di qualità alta o molto alta per almeno sei aree cliniche su otto
I due migliori ospedali italiani sono l'Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e l'Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche (Ancona). E' quanto emerge dalla classifica stilata dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) su mandato del ministero della Salute. Le due strutture (la prima privata, la seconda pubblica) hanno riportato una valutazione di qualità alta o molto alta per almeno 6 aree cliniche su un totale di 8 (cardiocircolatorio, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologia, osteomuscolare, nefrologia, sistema nervoso, gravidanza e parto).
Al primo posto come livello di qualità per l'area cardiovascolare c'è l'Azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze, mentre in quella della chirurgia oncologica le quattro strutture con livello di qualità più alta sono l'Ospedale di Mestre, l'Azienda ospedale università di Padova, lo stabilimento Umberto I G.M. Lancisi (Ancona) e il Policlinico universitario Gemelli (Roma). La Regione che presenta invece la proporzione più alta di strutture con livello di qualità molto elevato per l'area gravidanza e parto è l'Emilia Romagna (11 strutture su 17, pari al 65%).
L'area cardiovascolare, nel dettaglio, viene valutata attraverso sei indicatori e viene applicata una soglia di volume per struttura per il bypass aorto-coronarico di almeno 360 interventi negli ultimi due anni. Nel caso in cui la soglia non venga raggiunta, l’indicatore è valutato di qualità molto bassa, indipendentemente dall'esito. Su un totale di 562 strutture valutate in quest'area, sono solo 55 quelle con tutti e sei gli indicatori calcolabili. E tra queste, quella di Careggi è l'unica struttura che raggiunge un livello di qualità molto alto e altre 17 alto.
Nell'area della chirurgia oncologica, invece, il Pne ha analizzato tre indicatori ed è stato applicato un vincolo per struttura di almeno 135 interventi annui per il tumore maligno della mammella, di almeno 85 interventi per il tumore del polmone e di almeno 45 per il colon. Sono 116 le strutture che risultano con tutti e tre gli indicatori, ma le 4 con livello molto alto sono: Ospedale di Mestre, Azienda ospedale Università di Padova, Stabilimento Umberto I - G.M. Lancisi di Ancona, Policlinico Universitario Gemelli di Roma. Sono invece 28 le strutture valutate con un livello di qualità elevato.
Nel 2022 circa un terzo delle strutture è stato valutato soltanto per una o due aree cliniche. Tra le 331 strutture italiane valutate invece per almeno sei aree cliniche, evidenzia il Programma nazionale esiti (Pne) dell'Agenzia, solo l'Humanitas di Rozzano ha ottenuto una valutazione di qualità alta o molto alta per tutte le aree cliniche considerate, cioè sette su otto, tra i privati. L'azienda marchigiana ha invece ottenuto un giudizio migliore tra le strutture pubbliche, con qualità alta o molto alta in sei aree.
Nella stragrande maggioranza delle strutture ospedaliere tuttavia, sottolinea il rapporto, convivono aree di qualità alta o molto alta con aree di qualità di livello basso o molto basso.
Aumenta però, nel complesso, il numero degli ospedali italiani classificati ad alta qualità per la maggioranza delle prestazioni, sempre secondo quanto risulta al Pne. La proporzione di strutture con livello di qualità alto o molto alto per almeno il 50% dell'attività svolta, rileva Agenas, è salita rispetto al 2021, passando dal 23 al 26% el 2022.
Considerando le varie aree di intervento, il Pne registra tuttavia "disuguaglianze nell'assistenza sanitaria". In riferimento all'area cardiovascolare, ad esempio, si è registrata anche nel 2022 una proporzione minore di donne con infarto che accedono tempestivamente all'angioplastica coronarica: il 43% rispetto al 54% degli uomini. Questo si traduce in un aumento della mortalità a trenta giorni. Per la frattura di femore nei pazienti oltre i 65 anni si segnala invece uno svantaggio per gli uomini nella tempestività dell'intervento: il 46% rispetto al 51% delle donne.
Quanto all'area gravidanza, tra le donne straniere si evidenzia un numero minore di tagli cesarei ma un alto rischio di riospedalizzazione. Per le ospedalizzazioni evitabili infine, tra la popolazione straniera emergono tassi superiori per infezioni del tratto urinario, complicanze del diabete e ipertensione arteriosa.
L'Agenas aveva realizzato per il 2022 la sua classifica per gli ospedali lombardi, sempre basata su indicatori di qualità, sicurezza e appropriatezza delle prestazioni. La classifica tiene conto di diversi aspetti, dal numero di ricoveri alle complicanze post-operatorie, dalle infezioni nosocomiali ai tempi di attesa e alla soddisfazione dei pazienti. Secondo i dati dell'Agenas, gli ospedali lombardi hanno registrato un miglioramento generale rispetto al 2019, ma con alcune differenze tra le province e le tipologie di strutture. Tra gli ospedali pubblici, i migliori risultati sono stati ottenuti da quelli di Bergamo, Brescia e Milano, mentre tra quelli privati si sono distinti quelli di Monza, Varese e Como.