Gli esiti degli esami confermano: i resti di villa Giorgina ritrovati lo scorso ottobre sono di un periodo compreso tra il 90 e il 230 dopo Cristo
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Le ossa ritrovate lo scorso ottobre in una dependance della Nunziatura Apostolica a Roma risalgono a un periodo compreso tra il 90 e il 230 dopo Cristo. Questo il risultato degli esami condotti da un istituto di Caserta specializzato in indagini sui frammenti ossei. Un esito che chiude definitivamente l’ipotesi che gli scheletri rinvenuti possano essere quelli di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori.
Due antichi romani dell’età imperiale: ecco a chi appartengono le costole, i denti, i framenti di testa cranica, femore e mascella ritrovati durante dei lavori di ristrutturazione a villa Giorgina, sede della nunziatura del Vaticano di via Po a Roma. In un primo momento era ventilata l’idea di essersi imbattuti nei resti delle due ragazze scomparse nel 1983 in Vaticano. Condotti, però, i primi esami dai genetisti si è iniziato a parlare di ossa appartenenti a un uomo morto prima del 1964.
Adesso dai laboratori della Scientifica di Caserta arriva la conferma. Come si legge su Il Tempo, molto probabilmente quei resti fanno parte di un’antica necropoli. In età romana le sepolture avvenivano spesso lungo le vie d’accesso della città. Il luogo dove le ossa sono state ritrovate si trova in via Po, all’angolo con via Salaria, importante strada di collegamento tra Roma e lo sbocco al mare Adriatico, tramite il porto di Ascoli.
Vista l’attribuzione dei reperti ossei all’età imperiale, alla Procura di Roma, che aveva aperto un’indagine per omicidio contro ignoti, non resterà che archiviare il caso.